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La Repubblica da Platone

La Repubblica da Platone

Alla fine del quarto libro della Repubblica Socrate ha praticamente assolto il compito che gli era stato richiesto dai suoi interlocutori: dimostrare che la giustizia intesa come benessere dell’anima è sempre preferibile all’ingiustizia e che la giustizia è desiderabile non tanto per le sue conseguenze quanto in se stessa. Questo risultato, all’inizio del quinto libro, lo pone di fronte a un nuovo problema, al quale non può evitare di rispondere: è possibile costruire una città giusta a partire dalla trasformazione di una città esistente? 

“…Una lunga, affascinante, antichissima inchiesta intorno al buon funzionamento della polìs. E quale luogo migliore per condurla e raccontarla, se non il teatro? Il teatro, da sempre specchio dialettico-rappresentativo della città, luogo in cui la comunità rappresenta se stessa e perciò stesso si ri-conosce in un continuo e alterno processo di consolidamento e messa in discussione dei propri valori fondativi, pare ancora oggi l’arena perfetta in cui dibattere insieme la direzione da imprimere al nostro futuro di cittadini – in un serrato confronto tra il pessimismo della ragione e l’ottimismo della volontà, tra le responsabilità comuni e i doveri del singolo…”  (Claudio Longhi)

a cura di Claudio Longhi
con Nicola Bortolotti, Michele dell’Utri, Simone Francia, Lino Guanciale, Eugenio Papalia
alla fisarmonica Olimpia Greco 


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