Grand'Estate
(Un delirio fantastorico, 1937/1960... ed oltre)
A proposito di questo spettacolo
Enzo Moscato e Claudio Affinito dirigono la Compagnia Teatrale Enzo Moscato dal 1986, con l’intento di sviluppare l’arte e l’insegnamento dello stesso Moscato, filosofo, poeta, drammaturgo, scrittore, attore, cantante, regista e soprattutto ‘inventore’ di un originale lingua arcaica e moderna al tempo stesso: un plurilinguismo tutto suo che lo ha imposto all’attenzione della critica e del pubblico internazionale.
In Grand’Estate confluisce una narrazione di quattro decenni di cronaca napoletana e internazionale, un intricato labirinto di figure ed eventi che restituisce il tono sornionione, comico e sarcastico che contraddistingue il mediterraneo.
Come recita il sottotitolo, Grand’Estate è un vero e proprio “delirio fantastorico” che abbraccia più di quarant’anni di storia, come commenta la compagnia stessa: «L’epoca fascista e l’occupazione italiana dell’Africa Orientale; i fasti e i nefasti di un casinò arroccato sui Quartieri Spagnoli e delle relative puttane che, con trasferte e quindicine in esotiche terre d’oltremare, vi si impiegavano a intrattenere gerarchi e soldataglia; una sorta d’odissea sgangherata di paria emarginati; la concitata corsa di parole e assurdi narrati dai due attori (che sono, di volta in volta, gli incredibili personaggi di Sciuscetta, Poppina, Asor Viola, Lattarella, D.D.T., Fraulè Doktor…)».
Un mosaico, una babelica ‘comedie humaine’ degradata, barocca, rutilante, con cui Moscato, negli anni, con rotture ed innovazioni, ci ha abituati a ripensare Napoli e la sua straordinaria lingua leggendaria.
Dati artistici
foto di C. Accetta