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Il ratto d'Europa

Per una archeologia dei saperi comunitari

Debutto: Teatro Storchi, Modena, 09/05/2013

A proposito di questo spettacolo

Claudio Longhi firma – insieme al suo gruppo di lavoro – un progetto complesso e affascinante, in cui lo spettacolo nasce come esito finale di un lungo ed articolato percorso reso possibile grazie alla collaborazione con più di 60 partner modenesi: istituzioni culturali, associazioni, stampa, mondo del lavoro, scuole e Università, centri anziani… 
La parabola scenica finale, attraverso la costruzione di una drammaturgia originale in dialogo con il pubblico e con il territorio modenese, vede in scena molti dei protagonisti dell’Arturo Ui, qui portavoci di un’inchiesta sul nostro passato (di europeisti convinti?) a partire dalle ombre dell’oggi per arrivare alla ricerca del nostro futuro.

L’argomento ‘Europa’ è complesso e accende facilmente lo scontro. Il viaggio verso lo spettacolo è stato affrontato a partire dalle differenze e ne è testimonianza la rete di collaborazioni avviate con i partner. Lo spettacolo, infatti, non vuole essere una risposta univoca alla “questione Europa”, ma un concerto di punti di vista dentro il quale ci sia spazio per tutte le opinioni. E ancora, vuole raccontare il rapporto tra il teatro e la città, rapporto che non può che essere pluralista. Nato nell’antica Grecia come luogo di incontro e confronto tra i cittadini, il teatro può e deve tornare ad essere un luogo dove si fonda una comunità. E questo può avvenire anche rimettendo in contatto il teatro con altre esperienze della vita civile contemporanea, dall’economia alla politica, dalla storia alla religione… E in ultimo – ma è questo un aspetto di non certo secondaria importanza –, il percorso di costruzione de Il ratto d’Europa ha cercato di ridefinire il rapporto tra attore e città, di rinsaldare il dialogo tra attore e pubblico. L’esperienza capillare di incontri fatta in questi mesi a Modena, ha portato gli attori a confrontarsi col pubblico aldilà dello spettacolo, ridefinendo al contempo la loro posizione nel processo creativo, non più solo al centro della scena, ma anche al centro dell’elaborazione del progetto.
Il titolo, il medesimo per progetto e spettacolo proprio perché progetto e spettacolo sono di fatto una cosa sola, nasce da un interesse e da una curiosità del regista per il mito del “ratto d’Europa”, legati essenzialmente a due ordini di ragioni. Nel mito Europa arriva da un “altrove”, dalla Fenicia, e appena appare in scena viene rapita. Ecco, allora, il tema dello straniero che viene da un altro paese e quello della violenza. Lo spettacolo vuole raccontare e recuperare l’Europa che è andata perduta – perduta nel mito (Giove la rapisce) e nel contemporaneo (ci troviamo di fronte ad uno sgretolamento dell’idea di Europa causato dalla crisi economica, nonché politica e culturale, del continente) –, impostando una riflessione culturale che poi, in modo naturale, diventa anche politica, ed economica. La crisi derivante dalla “perdita” dell’Europa innesca un meccanismo di ricerca che spinge i personaggi a tentare di ricostruire un’identità dell’Europa, attraversando e scandagliando alcuni temi: confini, viaggi, guerra, crisi, strade ecc. Questi filoni di ricerca sono nati dal titolo, quando ancora non esisteva un’impalcatura narrativa. Inizialmente Longhi ha individuato alcuni testi di tematica europea (dalla Sorte dell’Europa di Alberto Savinio agli scritti di Einaudi e Jürgen Habermas) e gli attori, dopo averli letti, hanno proposto a loro volta altri titoli, sino a sviluppare una bibliografia corposa. I testi di questa bibliografia sono poi stati raggruppati per soggetto, sino ad arrivare a 10 classi tematiche che sono diventate il campo di lavoro dei laboratori di drammaturgia e dei gruppi di lettura realizzati in questi mesi a Modena. La bibliografia si è quindi aperta anche alle sollecitazioni e indicazioni che venivano da queste attività. In questo modo si è prodotto il materiale da utilizzare per costruire il copione.
Lo spettacolo si struttura come un dittico: nella prima sezione si tratta dell’Europa come identità culturale e geografica. Dopo lo snodo centrale della sequenza della guerra, si apre la seconda sezione in cui l’Europa viene specificandosi come Unione Europea.
Il percorso di costruzione dello spettacolo è nato tecnicamente sulla base del lavoro con i partner modenesi. Nondimeno, molte delle idee portanti del progetto Ratto sono suggestioni che arrivano da Brecht, nate durante l’allestimento de La resistibile ascesa di Arturo Ui. Lo spettacolo obbedisce al concetto brechtiano della ‘sfida della complessità’, che spinge ad utilizzare tutti gli strumenti analitici per analizzare la realtà nella sua complessità ed eterogeneità e ad avere un’apertura verso interessi differenti che vanno dal politico, all’economico, al religioso e così via.
Come nella messinscena dell’Arturo Ui, anche ne Il ratto d’Europa Claudio Longhi e il suo gruppo di lavoro si rifanno stilisticamente alla tradizione novecentesca del cabaret e del varietà (ed eccoci quindi di nuovo a Brecht) e a una dimensione ludica, sostanzialmente comica, che aiuta a stabilire il rapporto col pubblico e consente una maggiore aderenza alla realtà.

Dati artistici

ideazione e regia Claudio Longhi
con Donatella Allegro, Nicola Bortolotti, Michele Dell’Utri, Simone Francia, Olimpia Greco, Lino Guanciale, Diana Manea, Simone Tangolo, Antonio Tintis
spazio scenico Marco Rossi
costumi  Gianluca Sbicca
luci Tommaso Checcucci

regista assistente Giacomo Pedini
assistente alla regia Vincenzo Picone 
immagini video Gianluca Latino
direttore tecnico Robert John Resteghini  
direttore di scena Mauro De Santis
macchinista Andrea Bulgarelli 
sarta Piera Mura 
attrezzista Madrilena Gallo
assistenza tecnica Raffaele Formicone, Marco Stefanini
responsabile di produzione Mariella Casciu 
responsabile dell’organizzazione Luigi Pedroni 
assistente all’organizzazione Anna Cocchi 
ufficio stampa Silvia Pacciarini, Sara Guerra
gruppo di lavoro Sara Colciago, Mattia De Luca, Magda Gandini, Andrea Massironi, Giulia Maurigh, Vittorio Taboga, Silvia Turrin
con la partecipazione di Associazione Culturale “Schola Cantorum Regina Nivis”, Corale Spilambertese, Coro e solisti dell’Università di Modena e Reggio Emilia, Muppets’ Choir, Mutinae Cantores, Ratto d’Europa Ensemble dell’Istituto “Vecchi –  Tonelli” di Modena e Carpi, Coro del Progetto Musica delle Scuole Paoli-San Carlo
Modena Rugby Club
produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione, Teatro di Roma

Sono intervenuti nello spettacolo:
Daniel Ractliffe (Responsabile Ufficio di Informazione del Parlamento Europeo in Italia)
Alberto Mantovani (Direttore Scientifico dell’Istituto Clinico Humanitas)
Cecilia Camellini (Nuotatrice. Oro nei 50 e 100 stile libero alle Paralimpiadi London 2012)
Giovanni Maria Flick (Presidente emerito della Corte Costituzionale)
Armando Massarenti (Responsabile della «Domenica – Il Sole 24 Ore»)
Luca Donelli (Presidente dei Giovani Imprenditori della Territoriale di Legnano e Sherpa della delegazione italiana G20 YEA)
Luigina Di Liegro (Presidente della Fondazione Don Luigi Di Liegro)
Susanna Camusso (Segretario Generale della CGIL)
Michele Montanari (Direttore Artistico del CUBEC)
Pier Virgilio Dastoli (Presidente del Consiglio Italiano del Movimento Europeo)

 

Premio Speciale Ubu 2013

una produzione di Il ratto d'Europa • Produzione Emilia Romagna Teatro