Mr. Pùntila e il suo servo Matti
A proposito di questo spettacolo
Considerata una delle migliori commedie di Brecht, “Pùntila e il suo servo Matti” è una variante della storia raccontata da Robert Louis Stevenson in “Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde” e, per altri versi di “Luci della città” di Chaplin. Il ricco possidente Pùntila è un personaggio a due volti: da sobrio è un tiranno che sfrutta i suoi operai e vuol dare la figlia Eva in moglie a un diplomatico inetto e a caccia di dote, mentre, quando è ubriaco, diventa amico di tutti e vuol far sposare Eva al suo autista Matti, che tratta su un piano di parità. Sfortunatamente le sbronze passano sempre e spetta al tagliente Matti smascherare le false promesse e la illusoria bontà del suo padrone.
Questa ‘commedia popolare’ – secondo la definizione brechtiana – è una riflessione sulla compresenza del bene e del male nell’animo umano, un’allegoria del capitalismo e dei suoi sorrisi da caimano dove Karl Marx incontra suo fratello Groucho. Il messaggio attualissimo di Brecht suggerisce che solo un’autentica eguaglianza, piuttosto che uno slancio filantropico individuale, può davvero colmare il divario fra ricchezza e povertà e che il benessere di cui godiamo altro non è che il ghigno di Pùntila ubriaco.
Questo primo Brecht prodotto dal Teatro dell’Elfo non disdegna qualche incursione nell’attualità, come quando Pùntila rimpiange di aver sottoscritto, mentre era in preda ai fumi dell’alcool, «un contratto a tempo indeterminato»…
Dati artistici
foto di Laila Pozzo