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Programma

Workshops

ANNULLATI tutti gli appuntamenti in programma fino a domenica 1 marzo in adempimento all’ordinanza emanata il 23 febbraio dal Presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini e dal Ministro della Salute Roberto Speranza.

Durante il III Convegno EASTAP, e anche nei giorni immediatamente precedenti, alcuni dei più importanti artisti teatrali italiani e internazionali terranno una serie di workshops che permetteranno ai partecipanti di entrare in contatto direttamente con la pratica scenica.

Info: masterclass.eastap2020@gmail.com

24 febbraio

Masterclass con Daria Deflorian

Modena, Scuola di Teatro “Iolanda Gazzerro”
Dalle 10.00 alle 14.00
Curatore: Daniele Vianello
Lingue: italiano e francese

Scrittura di scena e drammaturgia d’attore
Stage-Writing and Actor’s Dramaturgy
La Masterclass prevede quattro ore di lavoro (dalle 10.00 alle 14.00) dedicate alla drammaturgia dell’attore, alla scrittura che viene dalla scena e solo dopo un lungo percorso diventa pagina scritta e pubblicata. Rivolta a performer, autori, registi, ricercatori e studiosi interessati alla “scrittura dal vivo”, la Masterclass  sarà un momento di lavoro teorico-pratico durante il quale verranno affrontate alcune delle modalità di creazione che hanno dato vita a spettacoli di Daria Deflorian e Antonio Tagliarini come Rewind, omaggio a Cafè Müller di Pina Bausch (2008), Reality (2012), Ce ne andiamo per non darvi altre preoccupazioni (2013, Premio Ubu come miglior testo 2014) – raccolti nel volume Trilogia dell’invisibile (Titivillus editore 2015) –, Il cielo non è un fondale (2016, pubblicato dalla casa editrice Cue Press nel 2017), Quasi niente (2018). Si tratta di una pratica aperta che non vuole irrigidirsi in un metodo, ma che in dieci anni di collaborazione tra i due artisti ha saputo diventare “un linguaggio” riconosciuto da pubblico e critica in Italia e all’estero. Daria Deflorian racconterà alcune scene delle sue creazioni e – grazie ai quaderni di lavoro – attraverso la loro decostruzione risalirà ai materiali originali per mostrare il proprio modo di lavorare, favorendo nello stesso tempo occasioni ai partecipanti di fare immediata esperienza del fil rouge, tipico della creazione collettiva, che lega l’agire, il dire e lo “scrivere” per il teatro. 
L’incontro costituirà anche un momento di dibattito e confronto tra teorie e pratiche, tra “uomini di scena” e “uomini di libro”, su alcune delle tematiche oggetto del convegno, rintracciabili nel percorso artistico di Daria Deflorian e Antonio Tagliarini.

Biografia
Daria Deflorian e Antonio Tagliarini sono autori, registi e performer. Il primo lavoro nato dalla loro collaborazione è del 2008, Rewind, omaggio a Cafè Müller di Pina Bausch. Tra il 2010 e il 2011 hanno lavorato al “Progetto Reality” che ha dato vita a due lavori: l’installazione performace czeczy/cose (2011) e lo spettacolo Reality (2012), lavoro per il quale Daria Deflorian ha vinto il Premio Ubu 2012 come miglior attrice. Ce ne andiamo per non darvi altre preoccupazioni: lo spettacolo ha vinto il Premio Ubu 2014 come miglior novità italiana e nel 2016 il Premio della Critica come miglior spettacolo straniero in Québec, Canada. Hanno poi creato due site specific: Il posto (2014), presentato a Milano per il progetto Stanze, e Quando non so cosa fare cosa faccio (2015), prodotto dal Teatro di Roma e ispirato al film di Antonio Pietrangeli Io la conoscevo beneIl cielo non è un fondale: Gianni Staropoli ha vinto per questo spettacolo il premio Ubu per le migliori luci. Nel 2018 hanno debuttato con due progetti attorno al film Deserto Rosso di Michelangelo Antonioni: Scavi e Quasi niente, grazie al quale Gianni Staropoli ha vinto un altro Ubu per le luci.

27 febbraio

Masterclass con FC Bergman

Bologna, Biblioteca Archiginnasio: Sala dello Stabat Mater 
Dalle 14.30 alle 18.30
Curatore: Sergio Lo Gatto
Lingua: inglese

About Creating. The Kitchen of FC Bergman
Sulla creazione. La cucina degli FC Bergman
Nella loro Masterclass, gli FC Bergman gettano uno sguardo sulla “cucina” della loro compagnia. Centrale è il modo di lavorare che l’ensemble ha affinato nel corso degli ultimi 12 anni. In un breve lasso di tempo, qual è quello delle 4 ore della Masterclass, cercheremo di ripercorrere i primi passi di un processo creativo. Formuleremo un progetto base, raccoglieremo un insieme di suggestioni attraverso immagini (mood board), ragioneremo sulla scenografia e sulle prime scene. Proprio come con il nostro spettacolo Het land Nod, prenderemo uno spazio esistente con la sua storia e il suo significato come punto di riferimento per la creazione di una performance. In sintesi: come possiamo creare una performance visiva senza parole a partire dalla Sala dello Stabat Mater della Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna?

Biografia
FC Bergman è stata fondata nel 2008 da sei attori, artisti e operatori teatrali: Stef Aerts, Joé Agemans, Bart Hollanders, Matteo Simoni, Thomas Verstraeten e Marie Vinck. A partire dal 2013, FC Bergman è diventata compagnia residente al Teatro Toneelhuis. In poco tempo, la compagnia ha sviluppato un linguaggio teatrale unico, anarchico, caotico, visuale e poetico. Le sue produzioni spesso pongono al centro della scena l’esasperazione dell’uomo e il suo incessante conflitto interiore. In questa direzione va uno degli ultimi spettacoli, JR, che ha portato la compagnia a fare un passo avanti nella sua ricerca artistica. Nel 2009 FC Bergman ha vinto il Young Theatre Prize al Teatro Aan Zee con il suo adattamento di Il ritorno a casa di Harold Pinter. Con Walking along the Champs-Elysées with a tortoise so as to have a better look at the world, but it is difficult to drink tea on an ice floe if everyone is drunk la compagnia è stata selezionata tra i finalisti del Dutch Theatre Festival (2010). Nel 2011 ha creato 300 el x 50 el x 30 el al Teatro Toneelhuis, produzione ancora in repertorio. Terminator Trilogy, prodotto nel 2012, lavoro site-specific sulla comunità locale, è stato portato in tournèe a livello internazionale. Rientrato al Toneelhuis (dove, come detto, FC Bergman è un collettivo in residenza), la compagnia ha creato un imponente progetto di teatro musicale, Van den vos (dicembre 2013), insieme a Liesa van der Aa, Muziektheater Transparant e Solistenensemble Kaleidoskop (DE). Nel 2015 FC Bergman ha realizzato uno spettacolo site-specific Het land Nod (La terra di Nod). Lo spettacolo è stato invitato nel 2016 al Festival di Avignone (FR) e al Zürcher Theater Spektakel (CH). Het Land Nod è ancora in repertorio e dopo essere stato presentato in Spagna, Francia e Polonia, ora va in scena anche in Russia e in Italia. A marzo 2018, FC Bergman ha ultimato JR. Questo progetto site-specifc, basato sull’omonimo romanzo cult di William Gaddis, è stato acclamato come il principale evento teatrale del 2018, per il suo geniale intreccio tra film e teatro, una recitazione potente con dialoghi forti e scenografie dal grande impatto visivo. Nello spettacolo la compagnia dipinge un mondo in cui l’uomo si scontra in vano contro i mulini a vento della sua esistenza. JR, nel frattempo, ha riscosso successo a Parigi e nella stagione 2019/2020 potrà essere visto a Bruxelles. Nel prossimo futuro sono previste repliche anche a New York e Hong Kong. Nella stagione 2019/2020, FC Bergman collabora alla realizzazione di Freud, una produzione di ITA: la compagnia contribuisce all’adattamento del testo originale di Jean Paul Sartre. I membri della Compagnia FC Bergman sono personalmente coinvolti anche in altre produzioni teatrali, progetti televisivi e film, ma anche in istallazioni, mostre e video produzioni.

 

28 febbraio

Masterclass con David Marton

Bologna, Oratorio San Filippo Neri
Dalle 9.30 alle 13.30
Curatore: Sergio Lo Gatto
Lingua: inglese

Via Gluck
David Marton è sia un apprezzato regista teatrale che un musicista affermato. Il suo lavoro si concentra sull’esplorazione delle possibilità di combinare la musica e il teatro: come può una composizione musicale essere un punto di partenza per un lavoro teatrale? La struttura di una fuga o di una canzone pop può essere la base di un’opera teatrale, e viceversa? Cosa succede quando un testo drammatico viene “trattato” come musica? Quali sono le qualità narrative nella musica, e possono lo spazio, la recitazione, il testo e la musica fondersi in una forma compositiva? Queste domande saranno discusse durante la Masterclass di David Marton. Le sessioni di lavoro comprenderanno l’analisi di video musicali e canzoni, così come un coinvolgimento pratico.

Biografia
Nato nel 1975 in Ungheria, David Marton ha studiato pianoforte all’Accademia di Musica di Budapest e alla Scuola d’Arte di Berlino, nonché direzione d’orchestra e regia presso il Conservatorio di Musica Hanns-Eisler di Berlino. Ha lavorato come Direttore musicale in diverse produzioni teatrali, in particolare alla Volksbühne a Berlino. Ha collaborato con registi come Christoph Marthaler e Frank Castorf. Dal 2004 Marton ha diretto vari progetti di teatro musicale per sale di spettacolo indipendenti come il Sophiensaele di Berlino, e in seguito presso Teatri Comunali e Nazionali – come il Volksbühne am Rosa-Luxemburg-Platz di Berlino, il Burgtheater di Vienna, il Royal Theater di Copenaghen, la Schaubühne am Lehniner Platz di Berlino, la Münchner Kammerspiele di Monaco di Baviera, l’MC93 di Parigi – o presso la Ruhrtriennal 2019. Lavora regolarmente anche come regista presso l’Opéra de Lyon e al Teatro dell’Opera La Monnaie di Bruxelles.

28 febbraio

Masterclass con Saverio La Ruina

Bologna, Teatro delle Moline
Dalle 14.30 alle 18.30
Curatore: Daniele Vianello
Langue: italiano e inglese

Il corpo del racconto: Come “scrivo” e interpreto i miei testi
The Body of the Story: How I “Write” and Interpret my Texts
La Masterclass prevede quattro ore di lavoro (dalle 14.30 alle 18.30) dedicate alla drammaturgia d’autore e d’attore, con particolare riferimento al teatro di narrazione.  Rivolta a performer, autori, registi, ricercatori e studiosi, la Masterclass sarà un momento di lavoro teorico-pratico durante il quale verranno affrontate alcune delle modalità di creazione che hanno dato vita agli spettacoli di Saverio La Ruina.
Per dare un’idea concreta del lavoro di composizione drammaturgica (sia testuale che attoriale), saranno mostrate ed eseguite alcune scene, tratte da spettacoli quali Dissonorata, la Borto, Italianesi (i cui testi sono raccolti nel volume Teatro edito da Titivillus), Polvere, Masculu e fìàmmina, Mario e Saleh. Alla fine della visione dei frammenti proposti presentati, saranno proposti spunti e suggestioni che hanno determinato le composizioni sceniche stesse: come sono nate, come si sono evolute, il percorso di studio e di indagine che le ha precedute, fino alla formalizzazione sulla carta e sulla scena. A titolo esemplificativo, si lavorerà con alcuni partecipanti all’individuazione di nuclei drammaturgici e interpretativi.
L’incontro costituirà anche un momento di confronto su tematiche oggetto del convegno, rintracciabili nel percorso artistico di Saverio La Ruina.

Biografia
Saverio La Ruina si forma come attore alla Scuola di Teatro di Bologna e lavora, tra gli altri, con Leo de Berardinis e Remondi & Caporossi. È tra i giovani registi selezionati agli atelier di regia curati da Eimuntas Nekrošius per La Biennale di Venezia nelle edizioni 1999 e 2000.
Tra i maggiori riconoscimenti: due Premi Ubu 2007 con Dissonorata (miglior attore e miglior testo italiano), il Premio Ubu 2010 con La Borto (miglior testo italiano), il Premio Ubu 2012 con Italianesi (miglior attore), il Premio Hystrio alla Drammaturgia 2010, il Premio Lo Straniero 2015, il Premio Enriquez 2012 per la drammaturgia a Italianesi e 2015 a Polvere per drammaturgia e interpretazione. Con Masculu e fiàmmina debutta nel 2016 al Piccolo Teatro di Milano e ottiene una nomination al Premio Le Maschere del Teatro Italiano 2017. Nel 2019 debutta col suo ultimo lavoro, Mario e Saleh, a Romaeuropa Festival. I suoi testi sono stati tradotti e rappresentati in diversi Paesi del mondo. Dal 1999 è direttore artistico del festival Primavera dei Teatri.

 

29 febbraio

Masterclass with Aglaia Pappas

Modena, Scuola di Teatro“Iolanda Gazzerro”
Dalle 9.30 alle 13.30
Curatore: Sergio Lo Gatto
Langua: inglese

The Function of the Voice
La funzione della voce
La Masterclass è incentrata su due funzioni principali che la voce di un attore può esprimere: una legata al corpo, l’altra al tempo e allo spazio.
Una voce libera è collegata a un corpo libero. Tutti i sentimenti che vogliamo esprimere provengono dalla voce e dalle sue diverse intonazioni. Gli attori non devono “sentire” qualcosa, ma conoscere la vera intonazione di ogni sentimento: il problema non è “sentire”/provare emozioni, ma fare in modo che il pubblico “senta”. Ogni società ha la sua memoria collettiva di sentimenti. Quando l’attore raggiunge la giusta intonazione, le persone possono riconoscere automaticamente il sentimento.
A differenza dei film o del testo scritto, in teatro non c’è molto tempo, il messaggio deve essere molto veloce ed efficace, perché, se lo si perde, non c’è più. Un’altra funzione della voce è, quindi, strettamente legata alla musica: trovare il giusto ritmo e una determinata energia del discorso. Creare connessioni tra corpo e voce, padroneggiare una forte energia e un ritmo preciso, curare la perfetta articolazione sono le chiavi per un risultato efficace nel permettere al pubblico di “sentire” e riconoscere un ricordo familiare delle sensazioni.

Biografia
Interprete dalla rara intensità, potenza e finezza intellettuale, Aglaia Pappas testimonia con il suo percorso attoriale il rigore profondo della sua arte scenica, ma sempre aperta a esplorare nuove strade che l’hanno portata a lavorare nei più importanti teatri europei. È sia laureata alla National Theatre Drama School di Atene che, in Lingua e Letteratura francese, alla Aristotelian University di Salonicco. Nella sua carriera ha affrontato drammaturgie diverse, spaziando su più scritture della contemporaneità, come Il malinteso di Camus, Crave di Kane, Molly Bloom di Joyce (Premio del Grotowski Institute e Premio del Greek Critics Committee), ma lunga è la sua consuetudine con il linguaggio tragico. Ha recitato in Andromaca di Euripide diretta da Jacques Lassalle per il Festival d’Avignon, nell’Orestea e in Le supplici di Eschilo (qui diretta da Koek e Marmarinos per Epidaurus Festival e Veenfabrik). Importante la sua collaborazione con Theodoros Terzopoulos: tra gli spettacoli, Alarme, composizione scenica basata sulla corrispondenza tra la Regina Maria di Scozia e la Regina Elisabetta I; Amor, basato su un testo di Alevras. È stata la voce narrante in francese delle Cerimonie di aperture e chiusura dei Giochi Olimpici di Atene del 2004.

 

Masterclass con Veronica Melis

Modena, Scuola di Teatro“Iolanda Gazzerro”
Dalle 15.00 alle 19.00
Curatore: Sergio Lo Gatto
Lingua: inglese

The Quality of Presence. Between Body, Space and Imagery
La Qualità di Presenza. Tra Corpo, Spazio e Immaginario
Nella mia ricerca multidisciplinare cerco una qualità di presenza che si rifletta nelle azioni del performer cosi come nell’architettura degli spazi e dell’immaginario. Attraverso esercitazioni pratiche e momenti di riflessione teorica, tenteremo di mettere a fuoco alcuni elementi fisici, relazionali e sensoriali che sottilmente concorrono a trasformare la percezione dei diversi paesaggi nell’azione del performer e nell’esperienza dello spettatore

Biografia
Nata in Italia, dove si è formata in danza, musica, teatro e dove ha ottenuto tre Diplomi professionali per Danzatori e Attori e una Laurea in Discipline dello Spettacolo all’Università di Bologna, Veronica Melis conta oltre 20 anni di carriera come creatrice e 30 come performer. Come interprete, ha collaborato con numerose compagnie di teatro-danza e/o circo tra cui Abbondanza-Bertoni (Romanzo d’infanzia, Alcesti), Valdoca (Fuoco Centrale), Le Fils D’Adrien Danse (Les cousins), Cas Public (Barbebleue) e Daniele Finzi Pasca (Donka, una lettera a Cechov), recitando in sei lingue in tournée mondiali. Come creatrice-coreografa e regista ha creato una ventina di progetti che integrano diversi linguaggi scenici in una forma ibrida, poetica e «tragicomica». Il suo lavoro è applaudito ed apprezzato internazionalmente e la sua personalità si distingue per carisma e versatilità. Trasferitasi in Canada nel 2004, Veronica prende parte a diversi film (Hot Dog), serie televisive (Les Maitres du Suspence, La planète des femmes, Lien Fatal 2) e cura il movimento degli attori per registi quali Brigitte Haentjens (Woyzeck, L’opera da quattro Soldi), René-Daniel Dubois (Les femmes de Bonne humeur), Hugo Bélanger (Hansel e Gretel). Nel 2008 fonda con Marie-Josée Gauthier e Luzio Altobelli il collettivo di creazione MAG e comincia a lavorare nel mondo del Nouveau Cirque, dirigendo e creando diversi spettacoli, tra cui fHealing, Hommage à Magritte, Peter and the wolf, Circo Minimo, Hybride, Rosso di sera, Mi ricordo e Un bel dì Vedremo. Dal 2009 il suo lavoro è riconosciuto e sovvenzionato dal Conseil des Arts et des Lettres du Québec, dal Conseil des Arts du Canada e dal Conseil des Arts de Montréal. Parallelamente alla sua attività scenica, Veronica è anche consulente artistica alla Scuola Nazionale di Circo di Montréal, docente universitaria, membro di numerose giurie artistiche interdisciplinari e di comitati di ricerca in Drammaturgia, Arti Circensi e Danza e dal 2019 fa inoltre parte della commissione Arts du Cirque, Arts de la Rue per il Conseil des arts de Montréal.

 

29 febbraio

Masterclass con Matthew Lenton

Cesena, Palazzo del Capitano
Dalle 10.00 alle 16.00
Curatore: Claudio Longhi
Langua: inglese

Writing in Three Dimensions
Scrivere in tre dimensioni
Ogni volta che Vanishing Point crea un nuovo lavoro, puntiamo a sviluppare insieme forma e contenuto, in modo che l’una modelli l’altro e viceversa. Ogni spettacolo, ogni nuovo soggetto richiede un diverso tipo di recitazione. Pensiamo: “Come sarà la ‘recitazione’ per questo spettacolo?”. In altri lavori di Vanishing Point, gli attori hanno parlato in silenzio dietro uno schermo di vetro, o indossando maschere protesiche, o lavorato nel buio più totale, o con microfoni che captano i piccoli dettagli delle voci. Eppure, sottesi a tutte queste esplorazioni, ci sono alcuni principi guida sulla recitazione e sull’improvvisazione. Matthew Lenton condividerà e discuterà parte di questi principi, facendo riferimento alle sue opere attuali e passate. Allo stesso tempo, è importante ricordare che, in un processo creativo, c’è metodo ma c’è anche follia: un disperato vagabondare nell’oscurità. Di solito arriva il momento in cui il metodo vola fuori dalla finestra e il regista chiede: “Qualcuno ha delle idee?”. Questo workshop cercherà di porre in campo tutti questi aspetti in modo coinvolgente e informale. I presenti saranno invitati a prendere parte a semplici improvvisazioni, anche di movimento e forse pure di lavoro con il testo.
Si veda anche: www.vanishing-point.org

Biografia
Matthew Lenton è direttore artistico e fondatore della compagnia teatrale Vanishing Point (Glasgow). I suoi lavori con Vanishing Point sono stati rappresentati in più di venti paesi in Europa, Sud America, Russia, Asia e Cina. Tra le recenti produzioni si ricordano: The Merchant of Venice (National Theatre of Kosovo), Striptease/Out at Sea (Citizens Theatre Glasgow), A Midsummer Night’s Dream (Royal Lyceum Theatre, Edinburgh), Mister Holgado (Unicorn Theatre, London) e Home (National Theatre of Scotland). Fra gli ultimi lavori: Charlie Sonata (Royal Lyceum Theatre, Edinburgh) e 1984 (Emilia Romagna Teatro in Modena, Italy). Nel 2010, Lenton diventa il primo direttore britannico dell’École des Maîtres, un laboratorio teatrale guidato da registi europei per giovani attori provenienti da tutta Europa. Nello stesso anno ha diretto Boy, un corto per Channel 4.
Lavora regolarmente presso The Royal Conservatoire of Scotland: parte cruciale del suo lavoro qui è il confronto con gli studenti, che gli permette di continuare a esplorare nuove opportunità, strumenti e tecniche.