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Il giardino dei ciliegi

A proposito di questo spettacolo

Il giardino dei ciliegi si apre e si chiude in una stanza speciale, ancora oggi chiamata stanza dei bambini. Tra poco arriveranno i padroni, hanno viaggiato molto, vissuto e dissipato la loro vita. Bambini invecchiati che tornano a casa. Tuttavia il sentimento che pervade l’opera non ha a che fare con la nostalgia o i rimpianti ma con qualcosa di indissolubilmente legato all’infanzia, come certi organi misteriosi che possiedono i bambini e che si atrofizzano in età adulta. L’incombere della scure sul giardino provoca un senso di dolore sconosciuto, un risvegliarsi di quegli organi non ancora del tutto spenti nella loro funzione vitale. Un dolore che non ha nome e che solo guardando negli occhi il bambino che siamo stati potrà placarsi. Non c’è trama, non accade nulla, tutto è nei personaggi. Una partitura per anime in cui i dialoghi sono monologhi interiori che si intrecciano e si attraversano. Un unico respiro, un’unica voce. 

Durata: 115 minuti atto unico

Dati artistici

di Anton Pavlovič Čechov
regia, drammaturgia, scene, luci, costumi  Alessandro Serra
produzione Compagnia Orsini, Accademia Perduta Romagna Teatri, Teatro Stabile del Veneto, TPE Teatro Piemonte Europa
in collaborazione con Compagnia Teatropersona, Triennale Teatro dell’Arte di Milano

uno spettacolo di Alessandro Serra

con Arianna Aloi (Duniaša), Andrea Bartolomeo (Jaša), Leonardo Capuano (Lopachin), Marta Cortellazzo Wiel (Anja), Massimiliano Donato (Epichodov), Chiara Michelini (Carlotta), Felice Montervino (Trofimov), Fabio Monti (Gaiev), Massimiliano Poli (Simeonov-Piščik), Valentina Sperlì (Ljubov’), Bruno Stori (Firs), Petra Valentini (Varja)

foto di Alessandro Serra