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Ritratto di donna araba che guarda il mare

A proposito di questo spettacolo

Ritratto di donna araba che guarda il mare è un testo sulla condizione della donna e sul potere dell’uomo. Una lotta verbale che genera distanza e alimenta incomprensioni. Una riflessione non scontata su migrazione e scontri tra culture, e allo stesso tempo un’esplorazione della possibilità del tragico nella contemporaneità.
Un europeo, un turista, in una città senza nome del Nordafrica incontra una giovane donna una sera al tramonto davanti al mare. Questa fotografia o meglio questo disegno tratteggiato in fretta, è il principio della storia. Dieci frammenti, dieci istantanee che, nella loro sospensione, ricordano certe visioni del pittore Edward Hopper.
Attraverso il susseguirsi degli incontri di queste due figure tra le strade della vecchia città, permane la sensazione di una sospensione del tempo. Esso è scandito non dall’orologio ma dai movimenti della parola. Una parola sempre sfuggente, precaria, ambigua che tenta di farsi ponte tra culture tra loro lontane. Si procede per associazioni, contrasti e come un puzzle, pezzo dopo pezzo si intravede il disegno finale.
Lo spazio crea un alfabeto originale dove far risuonare in tutta la sua ambiguità la storia tra l’uomo e la donna, tra l’uomo e la gente della città vecchia. Esiste un quinto personaggio che contiene tutti gli altri: la città. Essa è la piattaforma sulla quale costruire il loro gioco, dentro la quale, l’europeo intraprenderà un viaggio che lo costringerà a ingaggiare un corpo a corpo con la propria coscienza.

Durata: 85 minuti

Dati artistici

di Davide Carnevali
regia Claudio Autelli
con Alice Conti, Michele Di Giacomo, Giacomo Ferraù, Giulia Viana e Noemi Bresciani
scene e costumi Maria Paola Di Francesco
suono Gianluca Agostini
luci Marco D’Andrea

organizzazione Camilla Galloni e Monica Giacchetto
comunicazione Cristina Pileggi e Elisa Valdina
ufficio stampa Antonietta Magli
assistente alla regia Marco Fragnelli
produzione LAB121
in coproduzione con Riccione Teatro
con il sostegno di Next
in collaborazione con Teatro San Teodoro Cantù

foto di Marco D’Andrea