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The Yalta Game

A proposito di questo spettacolo

The Yalta Game è un testo breve, scritto da Brian Friel nel 2001 a partire da un celebre racconto scritto da Anton Čechov, La signora col cagnolino. Fulcro della narrazione è la gabbia sociale in cui due personaggi – Dimitri e Anna – si trovano rinchiusi. Entrambi infelicemente sposati, si incontrano da soli in vacanza a Jalta, si innamorano, si lasciano. All’interno di una trama ordinaria, Čechov inserisce un guizzo geniale. Il vero tema del racconto non è tanto l’adulterio, quanto il rapporto tra verità e finzione, tra la vita che i due vivono alla luce del sole e quella furtiva, illecita, sconosciuta. Friel introduce tra Dimitri e Anna un “gioco”, che i due fanno a Jalta: inventare una vita alternativa per le persone che incontrano. È un gioco che abbiamo fatto tutti, al bar o in treno, e che gli attori fanno per professione. Lo spettacolo, spogliato delle apparenze più tradizionalmente cechoviane, va all’essenza del rapporto tra “verità” e “finzione” per i due personaggi e per i due attori che li interpretano. Al racconto di Cechov e alla riscrittura di Friel si sovrappone così un terzo segno, quello più personale dato dalla nostra lettura di questo rapporto. I piani si mescolano, intersecando linguaggio teatrale (la comunicazione del “qui e ora”) e cinematografico (la narrazione a posteriori, il cinema di genere, il “mélo”). Mettendo in scena un atto di deliberata finzione, il gioco di Jalta può indicare che a volte la verità si nasconde dove maggiore è la menzogna.

Durata: 55 minuti

Dati artistici

di di Brian Friel / da un racconto di Anton Cechov
traduzione di Stefano Moretti
uno spettacolo di Saveria Project
con Stefano Moretti e Giulia Valenti

elaborazione video e collaborazione alla messa in scena Luca Carboni
produzione TPE – TEATRO PIEMONTE EUROPA e Saveria Project
con il patrocinio dell’Ambasciata d’Irlanda a Roma
in collaborazione con Unione Reno Galliera e Teatro “La Casa del Popolo” di Castello d’Argile
si ringrazia Agorà, ERT – Emilia Romagna Teatro Fondazione e Riccardo Marchesini

fotografie di Domenico Conte