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Una volta, c’era...

Una volta, c’era...

Care amiche e cari amici,

c’era una volta
in un villaggio una bambina, la più carina che mai si sia
veduta; la sua mamma non vedeva che per gli occhi suoi, e la sua nonna
non era da meno. La brava donna le aveva fatto fare un cappuccetto rosso:
e le stava così bene che tutti ormai la chiamavano Cappuccetto Rosso. La
sua mamma un giorno, avendo fatto delle focacce, quando furono cotte, le
disse:

Il 16 giugno scorso, per festeggiare insieme a voi la riapertura dei palcoscenici dopo i lunghi mesi del lockdown, in compagnia dei grandi Maestri della scena contemporanea ci siamo interrogati su cosa effettivamente possa fare il teatro, su come il teatro incida sulle nostre vite. In dialogo con Jacques Copeau e Pina Bausch, con Bertolt Brecht e Thierry Salmon, con Paolo Grassi o Tadeusz Kantor, abbiamo esplorato il palcoscenico in lungo e in largo per penetrarne la natura pubblica, per inventariarne le potenzialità. Orbene, di sottrazione in sottrazione, tentando di riportare la pratica teatrale alla sua essenza, al suo più schietto e genuino sapore, possiamo forse dire oggi che, da sempre, una delle funzioni prime del teatro è stata ed è quella di raccontare delle storie. Storie diverse, storie particolari, storie non necessariamente affidate alle parole, ma talvolta consegnate a un tremolio di luci, al guizzo di un gesto, al lampo di un colore: eppure storie: storie per rispecchiare la realtà e ricondurla così alla misura della scena. Storie per cercare un senso…

Nei mesi scorsi, per effetto di uno strano ed incomprensibile soprassalto della natura, nelle sue manifestazioni più infime – un virus, recapitatoci, come nella miglior tradizione delle fiabe del terrore, sulle ali di un pipistrello – il pianeta sembra essere uscito dai suoi cardini. Si è aperto uno strappo nel tempo, una ferita nella storia. Un mondo c’era e ora non c’è più. Nell’intricato bosco di incognite che ci troviamo oggi ad attraversare, popolato di lupi ma gravido anche di molteplici possibilità, un mondo a tutti gli effetti nuovo e tutto da inventare, il teatro a questo può ancora continuare a servire: a indovinare, con le sue storie, le piste del nostro domani.

Tante oggi le inquietudini, ma tanta anche la testarda voglia di ricominciare, di rimettersi in viaggio. In barba ai mille dubbi, dunque, almeno una solida certezza: a settembre, come sempre, noi saremo qua, per riprendere con voi il filo dei nostri racconti. Delle nostre sghembe e leggerissime “favole rappresentative”, per tentare di gettare luce sulla nostra realtà:

C’era una volta (una volta, c’era)
… there is no planet B!… fridays for future!…
in un villaggio una bambina, la più carina che mai si sia
veduta; la sua mamma non vedeva che per gli occhi suoi, e la sua nonna non era da meno.
… wake up!… rebel for life!…
La brava donna le aveva fatto fare un cappuccetto rosso:
e le stava così bene che tutti ormai la chiamavano Cappuccetto Rosso.
rebellión o extinción
La sua mamma un giorno, avendo fatto delle focacce, quando furono cotte,
le disse…

 

Claudio Longhi