La tragedia del vendicatore
Debutto: Piccolo Teatro Strehler, Milano, 09/10/2018
A proposito di questo spettacolo
Declan Donnellan, uno dei più grandi registi europei, Leone d’Oro alla carriera, dirige per la prima volta degli attori italiani in una coproduzione Piccolo Teatro di Milano-Emilia Romagna Teatro Fondazione: La tragedia del vendicatore (The Revenger’sTragedy, 1606) dell’elisabettiano Thomas Middleton. Esauritissimi e applauditissimi sono stati negli anni i suoi geniali allestimenti shakespeariani: Cymbeline nel 2007, Macbeth nel 2010 e Racconto d’inverno nel 2016. Ora affronta uno dei capolavori del teatro elisabettiano, allegoria potente di un Seicento fatto di intrighi, di corruzioni, di narcisismi e di brame di potere.
Contemporaneo di Shakespeare – era di sedici anni più giovane del Bardo – Middleton attribuisce ai personaggi della sua pièce nomi “parlanti”, così da connotarne fin da subito il ruolo e il comportamento: Vindice, Spurio, Supervacuo, Lussurioso, Ambizioso, Castiza….
«Middleton e Shakespeare – spiega Donnellan – si affermarono in una Londra teatro di cambiamenti dirompenti. Era un tempo di boom economico e bancarotta, dominato da un disagio sociale destinato a sfociare nella rivoluzione che avrebbe, alla fine, completamente distrutto il contesto culturale dei due autori. Leggendo Middleton si percepisce una minaccia incombente, che cresce come un tumore invisibile fino a scoppiare, alimentata dal rancore e dall’ingiustizia.
Ci parla di un governo corrotto, invischiato in loschi affari, di un popolo che si compra al prezzo dei beni di consumo. Descrive una società ossessionata dal sesso, dalla celebrità, dalla posizione sociale e dal denaro, dominata dal narcisismo e da un bisogno compulsivo di auto rappresentarsi per convincere gli altri – ma soprattutto se stessi – di essere buoni e belli».
«All’epoca l’Italia – conclude Donnellan – era un luogo proibito che ben pochi inglesi avrebbero visitato. L’Europa cattolica rappresentava, per gli Inglesi protestanti, un altrove simile a quel che la Russia sovietica incarnava quando eravamo ragazzi: era il potenziale invasore, latore di un’ideologia perniciosa».
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Durata: 1 ora e 50 minuti
In Tournée
Dati artistici
foto di Masiar Pasquali