Linea - Nuova serie
Dal gennaio 2018 Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale e Luca Sossella editore pubblicano Linea, collana di testi di nuova drammaturgia legati alle produzioni di ERT, a cura di Sergio Lo Gatto e Debora Pietrobono. Scoperte estere, riscritture, mescolamenti, nuovi percorsi ne contraddistinguono il catalogo.
Linea. Un segno tangibile, dinamico, vivo, che guarda alla scena dal punto di vista della pagina scritta. Grafie e materiali del processo creativo, una memoria “al presente”, per tracciarne il percorso, le ragioni e le radici espressive.
Linea / Nuova serie 2022
- Angélica Liddell, Non devi fare altro che morire nell’arena, 2022 (n.32)
- Alessandro Berti, Bugie Bianche, 2022 (n.33)
- Maddalena Parise/ lacasadargilla e Fabrizio Sinisi, Il Ministero della Solitudine, 2022 (n.34)
- Mariano Dammacco, Danzando con l’umano. Cinque drammaturgie (L’inferno e la fanciulla, Esilio, La buona educazione, Spezzato è il cuore della bellezza, Danzando con il mostro), con conversazioni a cura di Gerardo Guccini e testi di Serena Balivo e Roberto Latini, 2022 (n.35)
- Angélica Liddell, Caridad. Un’approssimazione alla pena di morte divisa in 9 capitoli, 2023 (n.36)
- Kepler 452, Il Capitale. Un libro che ancora non abbiamo letto, con contributi di: Lorenzo Donati, il Collettivo di Fabbrica GKN, il curatore Kunstenfestivaldesarts Daniel Blanga Gubbay, lo studioso di teatro Gerardo Guccini e il docente Giovanni Zanotti, 2023 (n.37)
Puoi acquistare i volumi in teatro (durante le repliche degli spettacoli), li puoi chiedere alla tua libreria di fiducia oppure li puoi ordinare online!
Il Capitale. Un libro che ancora non abbiamo letto
Nel 2021, il licenziamento improvviso di 422 operaie e operai porta all’occupazione dello stabilimento di Campi Bisenzio della fabbrica GKN. Il Capitale. Un libro che ancora non abbiamo letto è uno spettacolo di Kepler-452, prodotto da Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale nel 2022 e frutto di un lungo lavoro di studio e di relazione tra la compagnia e il Collettivo di Fabbrica GKN. Attorno al copione dello spettacolo – che mostra in filigrana l’opera di Karl Marx – il volume raccoglie una serie di contributi e materiali di lavoro per definire un contesto storico, filosofico ed estetico, ricordandoci come il teatro possa e debba essere innanzitutto espressione di un’istanza politica.
Con contributi di: Lorenzo Donati, il Collettivo di Fabbrica GKN, il curatore Kunstenfestivaldesarts Daniel Blanga Gubbay, lo studioso di teatro Gerardo Guccini e il docente Giovanni Zanotti. Kepler-452.
Caridad
Un’approssimazione alla pena di morte divisa in 9 capitoli
In nove capitoli, Caridad evoca testi sacri e popolari, citazioni letterarie e cinematografiche per riflettere sul male e sulla possibilità del perdono. Attraversando i temi della vendetta, del crimine e del peccato, indaga la virtù della Carità, un «apogeo dell’amore» che conduce «ad abbracciare gli assassini». Il volume contiene anche il testo La scuola di esperti di Cervantes, una tagliente invettiva che è anche uno sguardo di Angélica Liddell sulla propria arte.
Danzando con l’umano, Cinque drammaturgie di Mariano Dammacco
Danzando con l’umano raccoglie cinque drammaturgie di Mariano Dammacco, composte negli anni di collaborazione con l’attrice Serena Balivo: L’inferno e la fanciulla, Esilio, La buona educazione, Spezzato è il cuore della bellezza e Danzando con il mostro (questi ultimi due pubblicati qui per la prima volta). I testi sono accompagnati da quattro apparati critici in forma di conversazione, curati da Gerardo Guccini, che esplorano il processo creativo dei due artisti attraverso il tempo. Il volume si arricchisce dei contributi grafici creati da Stella Monesi e di testi inediti di Serena Balivo e Roberto Latini. Il binomio artistico composto da Mariano Dammacco e Serena Balivo porta avanti il proprio lavoro perseguendo un’idea di teatro che sia d’arte e popolare.
Il ministero della solitudine
«L’inizio di tutto è in silenzio. Cinque figure attraversano lo spazio, camminano con andamenti e pensieri diversi..»
Nel 2018 la Gran Bretagna istituisce il primo Ministero della Solitudine, per far fronte ai disagi che questa condizione può provocare a livello emotivo, fisico e sociale. La casa d’argilla avvia così una riflessione su un luogo – reale e immaginifico – capace di operare intorno alle pulsioni, ai rimossi e alle rêverie di un’epoca che sempre più richiede di ragionare sulle comunità dei viventi: cinque attori, cinque vicende, cinque storie di solitudine. Come si classifica una persona sola? Esiste un sussidio di solitudine? Con cosa bisogna coincidere per essere definiti soli? Ne Il Ministero della Solitudine la liberazione del desiderio può finalmente attutire l’isolamento? È lo scandalo della solitudine. È l’affollamento degli assenti nelle nostre vite, siano essi vivi, deceduti, spettri o tutta la moltitudine degli incontri mancati. Solitudine tutta contemporanea, di un’allegrezza insidiosa e irragionevolmente lieve. Atlante di ricordi, catalogo di gesti; solitudine incarnata in alcuni oggetti, talismani e kit di sopravvivenza, scatole con tutta la vita dentro, utensili eccessivi e numinosi per un’esistenza fuori dal normale.
Bugie bianche: Black dick-Negri senza memoria-Blind love
Un unico discorso in tre capitoli che smaschera con crudezza la violenza del rapporto tra maggioranza bianca e minoranza nera nelle società occidentali. “Black Dick” ripercorre la storia dello sguardo bianco sul corpo del maschio nero: dai linciaggi alla pornografia, dallo schiavismo ai trionfi nello sport, virando continuamente tra conferenza, confessione, stand up comedy e concerto. “Negri senza memoria”, un monologo vertiginoso che interpreta un enorme materiale storiografico e porta alla luce sfumature inedite, ricorda agli italiani che da emigranti sono stati percepiti come qualcosa a metà tra neri e bianchi: spinti verso l’emarginazione, hanno creato alleanze impreviste e solidarietà incomplete. E infine un uomo e una donna; lei nera, lui bianco. Italiani entrambi, colti, cosmopoliti: “Blind Love” è un dialogo amoroso nel quale due persone, nell’intimità, si trovano inaspettatamente a nominare il non detto su desiderio, immagine dei corpi, stereotipi razziali, coscienza politica.
Non devi fare altro che morire nell’arena
Liebestod significa «morire d’amore». Qui l’aria finale di Tristano e Isotta di Wagner si incontra con Juan Belmonte “per dare voce alla mia oscurità e all’origine delle mie opere. È la storia delle mie radici e la storia dei miei abissi”, dice Angélica Liddell. Lo spettacolo è parte del progetto di Milo Rau intitolato Storia/e del Teatro.
“Doveva arrivare Belmonte, vestito di verde, estatico, pieno dell’emozione curva dell’arco in tensione, per sopprimere teoricamente la violenta luce del sole e l’ombra”.
Federico García Lorca
“Per essere perfetto non devi far altro che
morire nell’arena”.
Valle-Inclán a Juan Belmonte