Sono soltanto animali
Debutto: Teatro delle Passioni, Modena, 20/11/2012
A proposito di questo spettacolo
Sono soltanto animali mette in discussione concetti tradizionalmente legati alla Shoah quali l’eccezionalità di Auschwitz, il diritto di parlare di cose che non abbiamo vissuto e il rapporto tra obbedienza e responsabilità, per cercare di trasformare la memoria storica in uno strumento di orientamento concreto dell’azione nel presente.
Lo spettacolo, che prende a prestito il titolo da una frase del filosofo tedesco Theodor Adorno, è uno zapping tra 24 frammenti divisi in 6 voci. Una polifonia per voce sola, composta per indagare l’uomo di fronte alla responsabilità delle proprie azioni, per far entrare in collisione le idee e generare nuovo senso. Antonio Tintis, che il pubblico di Modena ha già apprezzato ne La resistibile ascesa di Arturo Ui diretto da Claudio Longhi, si muove in una scenografia fatta di ferro, legno, acqua, gesso che si contrappone alla sedia dell’attore creando come due mondi – uno della Storia e uno dell’Uomo – pensati e realizzati da Alberto Favretto.
Note
Il lavoro è partito dalle testimonianze dei sopravvissuti, dai diari delle vittime, dai documenti dei processi, dalle dichiarazioni dei comandanti, dalle interviste rilasciate da chi non si è mosso dal ruolo di Spettatore. Questi materiali sono stati da noi rielaborati liberamente, per metterli in comunicazione con il nostro presente, per fare in modo che le schegge di Storia da noi raccolte potessero aiutarci a trovare una risposta alle domande che ci pone ogni giorno la realtà, deformata e parziale, che riceviamo dai media e dai nostri stessi occhi. Lavorando in questo modo, prendendo progressivamente coscienza della distanza e della prossimità tra il presente e il passato, ci siamo resi conto di quanto avesse ragione Bauman affermando che l’Olocausto non è stato altro che un raro, ma tuttavia significativo e affidabile, test delle possibilità occulte insite nella società moderna. Auschwitz non è stata un’eccezione, prendiamone atto.
Luciano Colavero
Dati artistici
direttore tecnico Robert John Resteghini
elettricisti Vincenzo De Angelis, Roberto Riccò
produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione
in collaborazione conAssociazione Strutture Primarie