La vita che ti diedi
A proposito di questo spettacolo
Stéphane Braunschweig, tra i principali registi del panorama contemporaneo e direttore artistico dell’Odéon – Théâtre de l’Europe di Parigi, frequenta da tempo il corpus teatrale di Luigi Pirandello, di cui ha messo in scena Vestire gli ignudi, Sei personaggi in cerca d’autore, I giganti della montagna, Come tu mi vuoi, evidenziandone la modernità tanto della forma quanto dei contenuti. Lo stesso avviene con La vita che ti diedi, dramma che l’autore siciliano scrisse nel 1923 per Eleonora Duse e che il regista francese affida a due fuoriclasse della scena attuale, Daria Deflorian e Federica Fracassi.
Due donne, una madre e una compagna, si fronteggiano nel dolore per la scomparsa di un uomo, toccando i temi del lutto, della maternità e della pazzia. E, d’altronde, in Pirandello «la realtà della vita appare spesso come uno scandalo insuperabile, che il teatro o la follia hanno lo scopo di trasfigurare». Ecco, allora, che La vita che ti diedi, pur presentandosi come un dramma doloroso, è scritto nella «forma compatta di favola che va all’essenziale e si circonda dell’aureola di una poesia miracolosa».
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In occasione dello spettacolo a Bologna, la replica di domenica 12 maggio è sovratitolata, grazie alla collaborazione con FIADDA Emilia-Romagna.
Quest’anno la collaborazione viene coronata da una importante donazione che l’Associazione fa al Teatro Arena del Sole, quella di un videoproiettore per migliorare la fruibilità dei sovratitoli, e che sarà utilizzato per la prima volta domenica.
La donazione è stata possibile grazie al progetto realizzato da FIADDA ER con il contributo della Presidenza del Consiglio – Ministero per le disabilità.
Durata: 1 ora e 35 minuti
Dati artistici
foto di Luigi De Palma