Otello
Debutto: Teatro Biondo, Palermo, 18/03/2014
A proposito di questo spettacolo
Riparte dall’Otello di Shakespeare la fervida ricerca di Luigi Lo Cascio, artista raffinato che ama le sfide, capace di parlare con profondità e immediatezza al grande pubblico, a teatro come nel miglior cinema italiano. Qui è Iago accanto all’Otello di Vincenzo Pirrotta, in un adattamento quasi interamente in dialetto siciliano della tragedia del Bardo.
Ma è, fin dalle intenzioni, un altro Otello quello che sarà presto da “aggiungere alla mappa topografica sterminata della città infinita che raccoglie le varianti, le trasposizioni, i calchi di questa tragedia candidamente misteriosa”.
Come precisano le prime note di regia, questa nuova “via” della mappa punta al centro pulsante del capolavoro shakespeariano, sfrondato dai preamboli di una vicenda universalmente nota, per privilegiare lo scavo di quell’enigma che risiede al fondo di certe passioni umane.
Ci si concentra, perciò, sul carattere individuale del dramma, e con “prudenza e devozione nei confronti del modello” si lavora a un nuovo soggetto teatrale, estremamente rispettoso per i debiti verso l’opera originale ma libero nel rileggere con sguardo retrospettivo la vicenda narrata da Shakespeare.
Dubbi, contraddizioni, debolezze e una straziante solitudine sono, secondo Lo Cascio, la vera trama di questa tragedia dell’amore, i cui fi li emergono in trasparenza anche negli esordi dolci della relazione, quando ancora trionfano gli entusiasmi dei primi abbracci, delle prime confidenze.
Ci sono domande tremende, essenziali e senza tempo, racchiuse nelle parole dei più grandi poeti.
Otello, ci dice Lo Cascio, ce ne pone almeno tre:
“Aldilà del tiro infame che l’onesto Iago gioca ad Otello, è solo una serie di parvenze e malintesi il nostro universo di relazioni?
Davvero anche l’amore è puro abbaglio?
È forse connaturato alle passioni più travolgenti il fatto di racchiudere, nel loro cuore più intimo e sconosciuto, una luce sinistra, lama affi lata che ustiona gli occhi e acceca la mente consegnandola prima al tumulto, poi al furore?”.