Il Nullafacente
A proposito di questo spettacolo
Michele Santeramo, uno degli autori italiani più interessanti del momento, Premio Hystrio per la drammaturgia nel 2014, ritrae un vero e proprio nullafacente. In un tempo che richiede prestanza, efficienza, ritmo, lavoro e programmazione, in un mondo che si muove con la sua morale, la sua etica e le sue regole, il Nullafacente e sua moglie sono immobili. Intorno a loro il Fratello, il Medico, il Proprietario, tutti rappresentanti a diverso titolo di quel mondo dal quale il Nullafacente vorrebbe star fuori e dal quale di fatto sta fuori.
Secondo il Nullafacente c’è una sola partita che val la pena giocare: quella con la morte. Disporre del proprio tempo è l’unica maniera per provare a giocare quella partita ineluttabile e inguaribile. Disporre di ogni minuto, di ogni secondo, senza che nulla inquini lo scorrere, sempre più lento, del tempo, il godere, sempre più profondo, dei momenti. La sua teoria è diventata pratica, e se solo il Nullafacente e sua Moglie non fossero delle persone, con tutte le debolezze, le tenerezze e i desideri del genere umano, sarebbero riusciti nel compito estremo di essere felici.
«Questo testo è il tentativo di mettere in scena un pezzo della vita di questi personaggi – afferma Santeramo – ciascuno con la sua ossessione, il suo punto di vista, il suo comportamento. Scriverlo è stato ed è ancora, per me, il continuo e quotidiano riflettere su cosa sia giusto fare per stare bene. Ma il Nullafacente, un giorno, ha voluto correggermi e mi ha detto: “Caro mio – siamo ormai in confidenza -, tu sbagli domanda; quella giusta sarebbe: cosa, ogni giorno, NON devo fare, per stare bene?”».
Durata: 70 minuti
Dati artistici
foto di Guido Mencari