Lettura scenica di Commedia senza titolo
Dalla convinzione che uno spettacolo teatrale possa avere molte vite, anche oltre il perimetro del palcoscenico, nasce ERTonSTAGE, il nuovo spazio di ERTonAIR che sfrutta le peculiarità del linguaggio audio-visivo per dare vita a focus di approfondimento sulle messinscene al centro delle stagioni della Fondazione. Non, dunque, la classica riproposizione integrale degli spettacoli nella forma mediata dalle videoregistrazioni ma una loro “riscrittura” creativa, dinamica e originale, che, nel proporre inediti materiali e nel trarre forza dalle potenzialità del mezzo impiegato, apre a nuove esplorazioni all’interno del grande e sfuggente universo che anima una rappresentazione teatrale. Palco e piattaforma online diventano, così, i vasi comunicanti per moltiplicare gli sguardi sulle fascinose metamorfosi che la creazione teatrale porta con sé.
Lettura scenica – Commedia senza titolo
La Commedia senza titolo (1936) è l’ultima opera di Federico García Lorca, incompleta a causa della prematura morte dell’autore e di cui ci è giunto solo il primo atto: mentre in teatro si sta provando il Sogno di una notte di mezza estate di William Shakespeare, fuori scoppia una rivoluzione, che non può lasciare indifferenti né gli attori, né il pubblico. Giocando così tra realtà e finzione, Lorca cercava una nuova forma di comunicazione tra scena e platea, che mettesse lo spettatore nelle condizioni di essere parte attiva di un processo creativo. In un momento in cui i fascismi si stavano rapidamente diffondendo in Spagna e in Europa, quella di invitare lo spettatore a far sentire la sua voce era per Lorca un’urgenza non solo artistica, ma anche e soprattutto politica.
Oggi stiamo vivendo un’altra situazione d’emergenza che, se pur in forme differenti, rischia nuovamente di relegare la società a un ruolo passivo. Le questioni messe qui in campo da Lorca tornano dunque a essere più che mai attuali: sia quelle che riguardano un pubblico che oggi, costretto dietro lo schermo di un computer, perde la possibilità di trovare nel teatro sua dimensione presenziale e collettiva; sia quelle che riguardano una società che, obbligata a una distanza di sicurezza, viene privata della sua dimensione comunitaria. Lorca ci dice che non possiamo sottrarci alla vita, per quanto dolorosa essa sia; anzi: ora più che mai dobbiamo prendere coscienza che abbandonarsi all’individualismo sarebbe la sconfitta più grande cui il genere umano può andare incontro.
Davide Carnevali
di Federico García Lorca
traduzione e adattamento Davide Carnevali
attività parallela al progetto di teatro partecipato Lorca sogna Shakespeare in una notte di mezza estate
con Michele Dell’Utri, Simone Francia, Maria Vittoria Scarlattei
riprese video e montaggio Stefano Triggiani
fonico Pietro Tirella
in collaborazione con Comune di Castelfranco Emilia
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