‘A Cirimonia
(L’impossibilità della verità)
A proposito di questo spettacolo
Una cerimonia, forse un compleanno. Una torta con delle candeline. Due interpreti in scena, un ricordo.
Dialoghi serrati di memorie che riaffiorano, necessarie per la celebrazione.
‘U masculu e ‘A fimmina sono pronti, hanno indossato il loro costume. Si interrogano reciprocamente con crudeltà e paura, attraversano incertezze ed entusiasmi, eccitazioni e abbattimenti, disperazioni e gioie improvvise e continuano a sentire voci, attorno a loro, voci di adulti e di bambini, minacciose o tormentate.
Ogni volta che credono finalmente di avere capito e trovato quello che cercavano, la verità rimane lì, non detta.
Enzo Vetrano e Stefano Randisi tornano sul palco dell’Arena del Sole interpretando con maestria i personaggi tormentati e atterriti, che cercano di raggiungere un limite instabile e spaventoso: quello della verità, quello che delimita ciò che è vero da ciò che non lo è.
La scrittura di Rosario Palazzolo pare calzare a pennello per questa coppia artistica, che si orienta nello stile asintattico, comico, ruvido e stimolante dello scrittore e regista siciliano.
Note:
“La scrittura di Rosario Palazzolo è ricchissima: ha cadenza e ritmo incalzanti, è disperata e comica, spietata e poetica, mai rassicurante. Ma la provocazione che parte dalla scena, non essendo fine a se stessa, spinge alla riflessione e lascia allo spettatore il compito di completare, ognuno per sé, e ognuno coi suoi tempi e strumenti, un percorso che lo spettacolo fa soltanto intravvedere a squarci, con zoomate improvvise e dispettose sfocature, dando la sensazione di
essere trasportati dentro a un sogno i cui contorni rimangono sussurrati, misteriosi, occulti.”
Enzo Vetrano e Stefano Randisi
Durata: 70 minuti
Dati artistici
personaggi e interpreti
‘U masculu: Stefano Randisi
‘A fimmina: Enzo Vetrano
Le canzoni dello spettacolo sono cantate da Raffaella Misiti
Le voci registrate sono di Rosario Palazzolo e dei piccoli Alberto Pandolfo e Viola Palazzolo
Durante lo spettacolo viene accesa e poi spenta dagli attori una candelina.
foto di Giusva Cennamo