Credi ai tuoi occhi
Debutto: Teatro delle passioni, Modena, 19/02/2016
A proposito di questo spettacolo
Nel 1925 il pittore Otto Dix ritrasse l’eclettica e misteriosa attrice Anita Berber, consegnando alla posterità una figura superba e terrorizzata allo stesso tempo, una femme fatale dal volto grottescamente truccato e profondamente malinconico.
La facciata superba e cinica di questa danzatrice, attrice, modella, prostituta e poetessa, cela una profondità opaca e furiosa; è una donna consapevole di essere diventata pura immagine, il cui tormento non consiste nel vendere il proprio sesso, ma la propria figura, la propria identità.
Nel celebre dipinto di Dix, il corpo innaturalmente flessuoso, assediato dallo sfondo rosso-sangue identico al vestito, rimanda al tormento di Anita nel momento in cui, consumata dalla sua stessa immagine, sta perdendo il potere legato al proprio look.
Anita Berber assume in questo progetto il ruolo chiave di figura ammonitrice ed esempio redivivo della distruzione fisica e psichica operata dalla macchina estetizzante della Moda, che in quegli anni diviene il più importante mezzo utilizzato dalla società mercantile per colonizzare la nostra esistenza. Il cittadino modello diviene allora la “jeune-fille”, la “moneta vivente”, una persona che utilizza la seduzione per farsi merce, bene di lusso. Perdere questo potere di attrazione significa perdere l’identità e cessare di esistere perché “la jeune-fille non invecchia, si decompone”.
L’icona di Anita Berber è pura immagine e quindi potenzialmente immortale; può ancora parlarci, metterci in guardia, raccontarci cosa si nasconde dietro la superficie dell’orpello, dell’accessorio. Nella messa in scena questa figura, interpretata da Consuelo Battiston, risulta essere una copia senza rivisitazioni dell’originale di Otto Dix. Attorno a questo centro emotivamente caldo, rabbioso e disperatamente immobile, agiscono altri personaggi, ingranaggi di una macchina estetica che l’assedia servendosi della poderosa ritualità della sfilata, della passerella.
Dati artistici
direttore tecnico Robert John Resteghini
direttore di scena Sergio Taddei
fonico Mirto Baliani
organizzazione Stefania Carolina De Leo
ufficio stampa Silvia Pacciarini
scene costruite da Gioacchino Gramolini nel laboratorio di Emilia Romagna Teatro Fondazione
grazie a Menoventi, E-production, Museo Carlo Zauli, TESCO Associazione, tutti i partecipanti al laboratorio IL CITTADINO MODELLO.
produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione