La Gaia Scienza - La rivolta degli oggetti
A proposito di questo spettacolo
Nel 1976 si rivelava al pubblico una compagnia di giovani artisti, La Gaia Scienza, con uno spettacolo dirompente che affascinò subito spettatori e critica: La Rivolta degli oggetti. Il rapporto tra poesia e rivoluzione, tra rivoluzione sociale ed estetica, tra avanguardie storiche e arte contemporanea si distillavano in un’ora di pura poesia. Lo spettacolo trovava l’essenza di gestualità e parola, di slancio ed energia, in una sintesi tra teatro danza ed arte visiva di grande impatto emotivo e leggerezza.
40 anni dopo.
I tre artisti della Gaia Scienza,Giorgio Barberio Corsetti, Marco Solari, Alessandra Vanzi, si incontrano nuovamente con nuove riflessioni sul teatro e sul mondo di cui il teatro si occupa. Cosa è cambiato? Cosa resta immutabile per la pulsione artistica della narrazione? La vivacità della discussione e il rinnovato corto circuito tra i tre ideatori e fondatori della Gaia Scienza, che tanto ha segnato del teatro di ricerca e innovazione, richiede una nuova messa in scena. Un’ulteriore ricerca.
Nasce così l’idea di riportare in scena la loro prima opera che ha iniziato sondare, nel loro percorso artistico, le domande dell’arte e della contemporaneità, del teatro e della trasformazione del mondo e del modo di pensarlo, con l’intenzione di evolverne la riflessione, ripercorrerne la drammaturgia con nuove osservazioni: La Rivolta degli oggetti (1976).
Note:
Il desiderio di riproporre La rivolta degli oggetti, primo spettacolo della Gaia Scienza dopo così tanti anni dal suo debutto – il 24 marzo 1976 al Beat 72 – nasce dal fascino della sua struttura estremamente leggera e non codificata: l’ora esatta della sua durata era ripartita unicamente in una prima parte di quaranta minuti di movimenti e luci di taglio date da diaproiettori senza immagine e i successivi venti sulle corde stese nello spazio. E luci al neon. Non c’erano ruoli definiti, personaggi e interpreti, il testo stesso – una selezione di frasi dalla tragedia di Mayakovskij – era ‘materiale non verbale’, da prendere e lasciare, ripetere o omettere, in liberissima e continua improvvisazione.
Giorgio Barberio Corsetti, Marco Solari, Alessandra Vanzi
Durata: 60 minuti
In Tournée
Dati artistici
produzione 2019, Fattore K., ERT / Teatro Nazionale, Teatro di Roma – Teatro Nazionale, Romaeuropa Festival