Macbeth, le cose nascoste
A proposito di questo spettacolo
Uno spettacolo che nasce da un viaggio nell’anima degli attori alla ricerca dei loro lati nascosti.
Grazie a un profondo e complesso lavoro di raccolta di testimonianze video, gli attori percorrono, in bilico tra le proprie esperienze personali e le suggestioni dell’opera, tutti i temi della tragedia shakespeariana una bizzarra e inquietante danza – quasi una lotta – tra l’inconscio, l’ombra dei personaggi e l’impudica lama del linguaggio della psicanalisi.
Una rinnovata lettura e riscrittura realizzata dal regista Carmelo Rifici insieme ad Angela Dematté, alla dramaturg Simona Gonella e alla consulenza di due psicoanalisti di scuola junghiana.
Il materiale raccolto dai video rivela la profondità dell’archetipo e la sua stringente contemporaneità. Questo stesso materiale, rivisto, montato, ricreato, darà al pubblico la possibilità di riagganciarsi alla propria “strega interiore” e lasciarsi guidare in un sogno collettivo.
Note:
“La singolarità di questo progetto e stata quella di creare una equipe di lavoro di scrittura, composto da regista, drammaturga, dramaturg, uno psicoanalista e una psicoterapeuta.
Il lavoro si e svolto attraverso una serie di incontri dove si e tentato di sviscerare l’archetipo della strega/Ecate, figura fondamentale nel Macbeth shakespeariano.
Attraverso un’ampia bibliografia e importanti discussioni si e giunti a formulare un preciso metodo di lavoro che ha avuto la necessita di partire da una seduta di psicanalisi per ciascun attore. Tale seduta non intendeva occuparsi dell’attore in quanto soggetto ma, attraverso il testo letterario
di Shakespeare, ha permesso all’attore, grazie alla guida del Dott. Lombardi, di esplorare gli innumerevoli legami tra il se e l’universo simbolico del Macbeth, alla ricerca della propria strega. Durante le sedute di analisi gli attori hanno ripercorso, in bilico tra le proprie esperienze personali e le suggestioni dell’opera, tutti i temi del testo.
Davanti alle telecamere nello studio del Dott. Lombardi ha preso vita una bizzarra e inquietante danza, quasi una lotta, tra l’inconscio vivo dell’attore, l’ombra dei personaggi e l’impudica lama del linguaggio della psicanalisi.
Il materiale offerto dagli attori e raccolto dai video, nella semplicità umana del dialogo, ha rivelato la profondità dell’archetipo e ha confermato che la sua contemporaneità, smarrita o deformata da immagini inadeguate, e ancora potente. Questo stesso materiale, rivisto, montato, ricreato per gli spettatori, dara al pubblico la possibilità di riagganciarsi alla strega interiore e lasciarsi guidare in un sogno collettivo, un dialogo/confronto con la pulsione e il desiderio che sono alla base del progetto.
Oggi l’Io e enormemente sviluppato, imbevuto di razionalità, ma in altre epoche storiche e in alcune culture si può dire che la psiche fosse diffusa nella natura. Credere ai fantasmi e alle streghe era possibile se non addirittura necessario all’uomo per canalizzare e interpretare le proprie pulsioni e i propri desideri. Oggi tutto ciò ci fa sorridere. Eppure nei sogni questo mondo e ancora vivo, ci racconta di istinti e ambizioni con cui non sappiamo più dialogare. Quanto vorremmo tornare ad uno stato primitivo, dove il desiderio non ha il limite della coscienza?
Le streghe, come i sogni, non hanno categoria morale, sono figure/immagini di un lato oscuro che esiste, ci appartiene e che dobbiamo saper ascoltare e interpretare.
Esseri dimenticati, le streghe, eppure presenti nel nostro inconscio, hanno la forma della paura e dell’invidia ma sono voglie, pulsioni, energie psichiche intimamente nostre. Né buone, né cattive. Semplicemente esistenti. Parlano un linguaggio oscuro al raziocinio umano: qualche attore saprà dialogare con loro, qualche altro sarà da esse travolto.”
Carmelo Rifici e Angela Dematté
Dati artistici
assistente alla regia Ugo Fiore
scene realizzate dal Laboratorio di Scenografia Bruno Colombo e Leonardo Ricchelli del Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
costumi realizzati presso Laboratorio di Sartoria del Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
corone Alessandro De Marchi
produzione LAC Lugano Arte e Cultura
in coproduzione con Teatro Metastasio di Prato, TPE Teatro Piemonte Europa, ERT / Teatro Nazionale
in collaborazione con Centro Teatrale Santacristina
partner di ricerca Clinica Luganese Moncucco
Si ringraziano Giuseppe Lombardi per l’amorevole partecipazione al progetto, Igor Horvat per la
partecipazione in video, Alessio Maria Romano per la cura dei movimenti di scena e tutto lo staff tecnico del LAC.
Un ringraziamento speciale a Chiarastella Serravalle e all’Associazione Culturale Arte-Mide (Venezia) per le immagini video della maestra merlettaia Emma Vidal.
Un affettuoso grazie a Christian La Rosa per il viaggio compiuto insieme.
foto di LAC Studio Pagi