Shakespeare / Poemetti
Venere e Adone | Lo stupro di Lucrezia
A proposito di questo spettacolo
Londra, anno 1593. La peste sta devastando la città, i teatri sono chiusi. William Shakespeare scrive un piccolo capolavoro in versi, Venere e Adone, che sfugge a qualsiasi definizione, comico eppure tragico, leggero e profondo, un inno all’eros più carnale e ossessivo e un ammonimento contro la Lussuria.
L’anno seguente Shakespeare riprende un episodio dell’antica storia romana: lo stupro di Lucrezia da parte di Sesto Tarquinio, il figlio del re. In Shakespeare questo episodio di violenza viene raccontato, in modo sconvolgente, dalla voce di lei, che si dispiega in un lungo flusso di coscienza, e diviene uno dei più alti esempi di meditazione sulle conseguenze dello stupro visto dalla parte di una donna. Ma a impressionare ulteriormente il lettore è l’acutissima indagine nella psiche del carnefice.
Venere e Adone e Lo stupro di Lucrezia, oltre ad essere due capolavori assoluti, sono gli unici e certi originali di quell’autore dai contorni tuttora fascinosamente incerti che risponde al nome di Shakespeare.
Dei Poemetti, di cui ha elaborato una nuova e policroma traduzione, pubblicata recentemente da Einaudi nella collezione di poesia, dopo essere stati oggetto di due messinscene da lui dirette nel 2007 e nel 2012 e caratterizzate dall’alta densità musicale, Valter Malosti ha ideato, in collaborazione con GUP Alcaro, altrettante versioni in forma di concerto. Nessuna scena dunque, se non quella, ricchissima, creata da voce e suono.
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In occasione dello spettacolo a Bologna, sabato 9 novembre alle ore 19 laboratorio di educazione al consumo consapevole a cura di Coop Alleanza 3.0. Nell’ambito dei Vengo anch’io! Laboratori creativi per bambin* mentre i grandi sono a teatro
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Dati artistici
spettacolo presentato in collaborazione con Coop Alleanza 3.0