Ritter, Dene, Voss
Debutto: Teatro Arena del Sole, Bologna, 16/12/2015
A proposito di questo spettacolo
Pietro Babina si avvicina al testo del drammaturgo austriaco in modo insolito, svincolandolo dalla gabbia di interpretazioni filosofiche in cui spesso viene racchiuso.
Lo scopo del regista infatti non è quello di darne una corretta interpretazione, né quello di affrontarlo in modo analitico, sottolineando tutti i riferimenti a una cultura prettamente austriaca, o i risvolti psicoanalitici e politici riscontrabili in essa. «Tutto questo, ovviamente, va conosciuto e saputo – afferma Babina – ma va anche dimenticato per lasciare spazio a una lettura meno culturale e più artistica, libera da tutto il parlare e l’interpretare che si è fatto attorno a questo autore».
Secondo il regista, la tendenza a sviscerare i perché dell’ossessiva scrittura bernhardiana, oggi ne rappresenta un limite: «questo autore è pronto ad entrare nella classicità. Per questo è necessario che la sua opera divenga strumento teatrale delle infinite possibilità e necessità interpretative, si liberi, come tutti i grandi autori che lo hanno preceduto, dalla filologia».
«Ritter, Dene, Voss – continua il regista – è un testo sul Terrore come struttura fondamentale della nostra esistenza, quel Terrore costitutivo della natura umana, che continuamente esercitiamo e subiamo. Il Terrore dell’esistere e del tentativo di comprendere questo mistero attraverso gli altri, usando le parole, che ripetute si trasformano in sonorità vuote, folli, confuse, ridicole ma irrinunciabili, suddivise in piccoli nuclei musicali meccanici, che producono nell’insieme uno sconcerto».
Dati artistici
foto di Claudia Marini