The Nest
A proposito di questo spettacolo
Una giovane coppia, Kurt e Martha. Un figlio in arrivo. Per mantenere uno standard di vita adeguato al modello di benessere proposto dalla società e sostenere l’impegno economico che la scelta di metter su famiglia comporta, Kurt acconsente a svolgere altri lavori extra per il suo capo. Senza sapere cosa contiene, riversa di nascosto il contenuto di un’autocisterna lasciatogli dal suo superiore in un laghetto.
Poche ore dopo viene chiamato in ospedale dove il figlio è stato ricoverato e rischia di morire a causa di ustioni provocate dalle acque contaminate del laghetto dove la mamma lo ha portato a fare il bagno.
Un dramma familiare che nasce come critica della società tedesca del dopoguerra con il suo contraddittorio boom economico. Tratto da The Nest – Il Nido, scritto nel 1975 da Franz Xaver Kroetz, è stato rappresentato nel 2016 con la traduzione e adattamento di Conor McPherson e la regia di Ian Rickson, le musiche di PJ Harvey.
Uno spettacolo che portato in scena oggi, grazie alla cura di Thea Dellavalle e Irene Petris, mette in dialogo il testo originale con la contemporaneità attraverso le suggestioni ricavate da 50 videointerviste realizzate a giovani coppie come momento di confronto diretto ed esplicito con il mondo e con il pubblico: una apertura sul presente attorno ad alcuni punti chiave come il rapporto col consumo, le prospettive del futuro, i limiti e i confini delle nostre azioni e delle nostre scelte.
Note:
“Una metafora più che mai attuale: una sorta di apologo dove le conseguenze delle nostre azioni, della ricerca di un benessere che non si pone domande, si ripercuotono direttamente e tragicamente sul nido che si voleva proteggere. Una reazione a catena imprevedibile e estrema, che rende diretta la relazione, spesso sfumata nella narrazione della nostra società, tra azioni individuali e conseguenze collettive. Come si va avanti? Può esserci un rimedio? […] I dialoghi e le azioni del testo sono contrappuntati da immagini-emblema del difficile rapporto contemporaneo fra uomo, tecnologia, economia e ambiente.”
Durata: 1 ora e 5 minuti
Dati artistici
scena Ronni Bernardi
musiche Paolo Spaccamonti
video Daniele Salaris
suono Fabio Cinicola
luci Umberto Camponeschi
tecnico audio video Luca Nasciuti
si ringrazia Mercato Circolare
foto di Andrea Macchia