Un tram che si chiama desiderio
Debutto: Teatro Storchi, Modena, 16/02/2012
A proposito di questo spettacolo
La vicenda di Un tram che si chiama desiderio è sicuramente nota al grande pubblico grazie alla trasposizione cinematografica diretta da Elia Kazan nel 1947, che vedeva protagonista un indimenticabile Marlon Brando. Ambientata nella New Orleans degli anni 40, ha per protagonisti Stanley e Stella, una coppia il cui equilibrio viene messo a rischio dalla sorella di lei. Stanley, un rude polacco dai modi burberi giunto a New Orleans da qualche anno, è un uomo di grande forza che è travolto da una passione carnale per la moglie Stella. A turbare questo equilibrio giunge la sorella di Stella, Blanche, una donna dai molti lati oscuri che pian piano andrà svelando, fino a che, alla fine della vicenda, giunge alla pazzia e viene ricoverata in manicomio, mentre la coppia, la cui pace familiare sembra allietata dalla nascita di un bambino, sembra arrivare ad un punto di rottura per l’incapacità di Stella di accettare il destino della sorella, il cui crollo è dovuto in larga parte alle forti pressioni esercitate su di lei da Stanley.
Ma la sorpresa di questo allestimento è proprio la rivisitazione che Latella propone di questo testo ‘classico’ della drammaturgia contemporanea.
Leggere l’intera opera di un autore ed esplorarne la biografia è un metodo di avvicinamento che utilizzo spesso con gli scrittori che incontro nel mio percorso. Questo approccio vale ancora di più per Tennessee Williams: solo approfondendone l’intero corpus si comprende la reale potenza della sua opera e la precisa volontà di calarsi nella psicologia della sorella. Si può dire che tutti i testi di Williams siano lenti di ingrandimento poste su universi femminili, nel tentativo di entrare nella mente e nel dolore stesso di Rose. Questo, in effetti, è uno dei motivi per cui racconto il dramma a partire dalla scena finale: è lì che ho trovato le radici, l’origine stessa della scrittura di Williams.
In definitiva, credo che i primi spettacoli che realizzo su un autore siano quelli più centrati sulla sua figura, gli eventuali spettacoli successivi possono essere considerati come fusioni tra me e lo scrittore… Il primo, invece, è dedicato completamente a lui perché mi concentro sulle motivazioni che lo hanno portato a scrivere…
Antonio Latella
Dati artistici
assistente alla regia Brunella Giolivo
direttore tecnico Robert John Resteghini
capo macchinista Gioacchino Gramolini
capo elettricista Tommaso Checcucci
fonica Chiara Losi
sarta Nada Campanini
amministratrici Daniela Cappellini, Stefania Carolina De Leo
scene costruite nel laboratorio di Emilia Romagna Teatro e D. ex M.
realizzazioni abiti Veronica Giulio
produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione, Teatro Stabile di Catania
foto di Brunella Giolivo
Premio Ubu e Premio Hystrio alla regia ad Antonio Latella
Premio Hystrio all’interpretazione e Premio Le Maschere del Teatro come miglior attrice protagonista a Laura Marinoni
Premio Ubu e Premio Le Maschere del Teatro come miglior attrice non protagonista a Elisabetta Valgoi