When the Rain Stops Falling
A proposito di questo spettacolo
Non avere niente da dire è come avere così tanto da dire
che non si ha nemmeno il coraggio di cominciare
Sta piovendo. Gabriel York aspetta l’arrivo del figlio ormai adulto che non vede da quando questo aveva sette anni: “So cosa vuole. Vuole quello che tutti i giovani uomini vogliono dai loro padri. Vuole sapere chi è. Da dove viene. Dove sia il suo posto. E per quanto ci provi non so cosa dirgli.” È questo l’inizio apparente, o forse l’epilogo, di una saga familiare che ci porta, vertiginosamente –dal 2039 al 1959, slittando nel e con il tempo – alle soglie di un diluvio torrenziale che ha il sapore eccentrico e favoloso della pioggia di rane in Magnolia di Paul Thomas Anderson.
When the Rain Stops Falling è la storia delle famiglie Law e York: quattro generazioni di padri e figli, delle loro madri e mogli. Quasi un romanzo teatrale intimo e distopico che Bovell disegna con un’affascinante struttura drammaturgica, dove i diversi fili narrativi, il graduale sovrapporsi delle temporalità e l’incrocio dei destini delle quattro generazioni, raccontano una corrispondenza così profonda tra le esperienze di ognuno da suggerire che negli alberi genealogici non vi siano ‘scritti’ solo i nomi dei protagonisti, ma anche i comportamenti, le inclinazioni, i desideri e gli errori.
When the Rain Stops Falling fa del viaggio nel tempo una vera e propria forma stilistica, senza usare l’espediente del flashback, ma piuttosto grazie a un’architettura narrativa nitida e complessa che si muove nello spazio e nel tempo della storia stessa. I personaggi da vecchi e da giovani entrano ed escono da un quadro all’altro, da un paesaggio all’altro, con un ritmo incalzante che l’autore introduce fin dalle prime pagine. È sul tempo stesso che ci si interroga, ‘piegandolo’ in avanti, per lasciare entrare il futuro e i suoi fantasmi; o, con improvvise ‘interferenze’, aprire il presente a squarci di passato.
Una scena scivola nell’altra grazie a un salto agile, semplicemente descritto con un “e ci troviamo in” e diventa così imprevedibile, svela combinazioni, corrispondenze e collegamenti tra i personaggi che s’immergono, letteralmente, nell’azione teatrale entrando e uscendo dal racconto di ognuno degli altri. E lungo l’arco delle generazioni le madri e i figli, i mariti e le mogli reiterano gesti, frasi o comportamenti quasi inconsapevolmente, come un’eco di vite che non hanno conosciuto, ma presentono. Bovell – con leggeri, impercettibili slittamenti – usa ‘quasi’ le stesse parole ripetute anche in salti generazionali, adombra con straordinaria efficacia al meccanismo fatale dell’eredità e al mistero della memoria. Come se questa, mutasse e s’infiltrasse, nelle nostre vite. Nei gesti e nelle cose stesse.
In Tournée
Dati artistici
aiuto alla regia Margherita Mauro
assistente costumista Nika Campisi
assistente alle luci Omar Scala
assistente alla regia volontaria Caterina Dazzi
direttore tecnico Massimo Gianaroli
direttore di scena Claudio Bellagamba
capo elettricista Lorenzo Maugeri
fonico Alberto Irrera
sarta Carola Tesolin
direttore tecnico dell’allestimento Robert John Resteghini
costumi realizzati dall’Atelier Costumi Fondazione Teatro Due
scene costruite nel Laboratorio di Emilia Romagna Teatro Fondazione
capo costruttore Gioacchino Gramolini
costruttori Marco Fieni (costruzioni in ferro), Riccardo Betti, Gianluca Bolla
scenografa decoratrice Lucia Bramati
fondale realizzato da Rinaldo Rinaldi
immagine manifesto frames video dall’opera “Caelum” di Daniele Spanò
grafica Marco Smacchia
produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione, Teatro di Roma, Fondazione Teatro Due
con il sostegno di Ambasciata di Australia e Qantas
foto di Sveva Bellucci
Il testo dello spettacolo WHEN THE RAIN STOPS FALLING è pubblicato nella collana Linea di ERT Fondazione e Luca Sossella Editore.