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Erodiade – Fame di vento

1993/2017

A proposito di questo spettacolo

La coreografia italiana degli anni Ottanta e Novanta ha dato molti impulsi alla scena contemporanea distinguendosi per la ricerca e l’intreccio dei linguaggi, e per la capacità di esplorare tematiche inedite come di aprire a un nuovo respiro i temi classici. Nasce da questa consapevolezza, qualche anno fa, il desiderio di creare – con il Progetto “RIC.CI. Reconstruction Italian Contemporary Choreography Anni 80/90”, a cura di Marinella Guatterini – una memoria viva di quella fondante tradizione coreutica del nuovo, attraverso il riallestimento di opere cardine con il coinvolgimento di giovani interpreti e compagnie.
Vi si inserisce a pieno titolo lo spettacolo Erodiade. Fame di vento, un lavoro creato da Julie-Ann Anzillotti nel 1993 (su commissione della stessa Guatterini con Michele Porzio nel corso di un ciclo dedicato alla rilettura del repertorio neoclassico europeo) con uno slancio che univa in un unico gesto danza, parola, musica e segno visivo.
Ispirato al poema incompiuto Hérodiade del simbolista francese Stéphane Mallarmé, di cui restano frammenti e appunti, lo spettacolo è basato sulla figura di una Salomè che però viene nominata come la madre, Erodiade, in una sintesi oscura, dettata forse dall’esigenza di differenziarla dagli stereotipi che l’hanno vincolata. Vista nella sua immensa inquietudine e amarezza piuttosto che nel mito della bellezza, questa Salomé-Erodiade – cui la coreografa attinge dopo la versione di Martha Graham nel 1944 – è còlta nella sua disperata ricerca di assoluto, nel suo desiderio di vento.
La fermezza nel volere e ottenere tutto – anche il sacrificio del Battista – non ne risolve la solitudine, condizione che Anzillotti amplifica ponendo la figura al centro di un intrigo di personaggi: lo Spirito del Male, lo Spirito del Bene, la Nutrice oltre allo stesso Giovanni Battista intervengono intorno allo svelarsi dell’Angelo Custode, figura chiave del poema, che irrompe come entità interiore luminescente, la cui irradiazione indica la strada della catarsi, squarcio di beatitudine dopo l’orrore. Nel corso di una narrazione coreografica che si dispiega sulle musiche di Paul Hindemith, Wilhelm Killmayer e Walter Fӓhndrich, il componimento racconta di una donna xxxxx che, contemplando la testa tagliata di San Giovanni, viene toccata dalla grazia, come battezzata dal sangue del martire.

In scena, al connubio tra una danza espressionista e una recitazione affidata ai suoni ricercati della voce fuori campo di Gabriella Bartolomei, si unisce il segno dell’importante scenografia che l’artista concettuale Alighiero e Boetti – esponente di punta del Novecento italiano – creò appositamente, testimonianza di un’epoca di collaborazioni molto attive, a teatro, tra creatori d’arte di varie discipline. Il fondale-sipario e i segni geometrici – scenografia d’arte che dona all’intero spettacolo particolare autorevolezza e unicità – allestiscono uno spazio suggestivo e metafisico, sorta di tempio della metamorfosi, dove le forme di un’astratta perfezione sono destinate a frantumarsi.

Durata 1 h

Dati artistici

ispirato a “Hérodiade” di Stéphane Mallarmé
coreografia Julie Ann Anzilotti
musiche Paul Hindemith, Wilhelm Killmayer, Walter Fӓhndrich
scene Alighiero e Boetti
assistente alla scenografia Tiziana Draghi
costumi Loretta Mugnai
interpreti 1993 Manuela Taiana, Paola Del Cucina, Roberta Gelpi, Sabrina Vitangeli, Carlos Martin, Julie Ann Anzilotti
interpreti 2017 Paola Bedoni (Nutrice), Giulia Ciani (Angelo Custode), Sara Paternesi (Erodiade), Liber Dorizzi (Giovanni Battista), Sara Ladu (Spirito del Bene), Laura Massetti (Spirito Maligno)
scrittura vocale e voce Gabriella Bartolomei
consulenza musicale Michele Porzio

produzione Compagnia XE
in collaborazione con Amat – Associazione Marchigiana Attività Teatrali / Fondazione Fabbrica Europa per le arti contemporanee / Fondazione Ravenna Manifestazioni / Fondazione  Teatro Comunale di Ferrara / TPP – Teatro Pubblico Pugliese / Torinodanza – Teatro Stabile di Torino Teatro Nazionale/Fondazione Toscana Spettacolo onlus/Fondazione Milano – Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi
debutto 1993 Teatro Ponchielli di Cremona, 22 aprile 1993, nell’ambito del “Progetto Neoclassico” di Marinella Guatterini
ricostruzione 2017 Teatro Storchi di Modena a “VIE Festival”, 14 ottobre 2017, nell’ambito del progetto RIC.CI – Reconstruction Italian Contemporary Choreography Anni ‘80/’90 ideato e diretto da Marinella Guatterini con il supporto di Silvia Coggiola e Matteo Rinaldini/organizzazione e comunicazione e Alberto Calcinai/fotografo