Istruzioni per non morire in pace
Patrimoni - Rivoluzioni - Teatro
Debutto: Teatro Storchi, Modena, 07/01/2016
A proposito di questo spettacolo
Istruzioni per non morire in pace sono tre capitoli, tre sguardi del tutto autonomi sullo stralunato mondo della belle époque. Un esagitato caravanserraglio di ‘sonnambuli’, che mentre sognano le ‘magnifiche sorti e progressive’ mettono a punto il più spaventoso tra gli ordigni di distruzione, la Grande Guerra. Nell’ambito del progetto Carissimi Padri… Almanacchi della “Grande Pace” (1900-1915) dedicato a rievocare, attraverso le parole degli scrittori e le note dei musicisti dell’epoca, quelle illusioni e quei miti che un secolo fa portarono l’uomo europeo, folle e incosciente, dentro al baratro della ‘inutile strage’.
È possibile raccontare oggi cosa, cent’anni fa, ha spinto il globo alle soglie dell’annientamento, determinando lo scoppio della Prima Guerra Mondiale?
È difficile, forse, ma ci si può provare. Come? Intrecciando affari, arte, filosofia, politica, passioni e religione. Inseguendo per ogni canto dell’Europa e del pianeta un pugno di uomini, piccoli piccoli, persi in un labirinto di destini incrociati in cui la sorte del singolo si intreccia al futuro delle nazioni. Il capitalismo quasi impazzito, le utopie socialiste, le follie nazionaliste, le cupidigie colonialiste, il cristianesimo interdetto: tutto va impastato, magari in una saga familiare, coi suoi padri e i suoi figli, e gli intrusi, sempre pronti a bussare alla porta, sparigliando le carte del giuoco.
Meglio farlo però in tre serate, per non ammorbare troppo lo spettatore. Un trittico, sì: tre capitoli del tutto autonomi, tre differenti sguardi gettati sullo stralunato mondo della belle époque. E per non giustificare o nobilitare, ciò che non può essere giustificato o nobilitato, sarà bene ricorrere a un pizzico di comicità… alla lezione del grande varietà!
E perché poi raccontare queste storie, vecchie di un secolo fa? Semplice: perché la mostruosità non si ripeta. Attento, o tu che guardi, e manda a mente…
Note di regia
Crocicchio di destini che si incrociano o si perdono in un soffio, l’esagitato caravanserraglio della società europea di primo Novecento. Una società di ‘sonnambuli’, tutti intenti a sognare le «magnifiche sorti e progressive» del genere umano e intanto impegnati nella messa a punto di uno dei più spaventosi ordigni di distruzione che l’umanità abbia mai concepito. Non c’è salvezza per questa folla. E come non c’è salvezza, non ci può essere tragedia per questa umanità che ha perduto la ragione. C’è spazio solo per la risata acida della rivista e del varietà. Ma nelle pieghe di quei volti lontani sembra di ritrovare il nostro presente, un presente su cui possiamo però intervenire.. Brecht era solito ripetere: «il mondo d’oggi può essere espresso anche per mezzo del teatro, purché sia visto come un mondo trasformabile».
Claudio Longhi
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Dati artistici
proiezioni Riccardo Frati
luci Tommaso Checcucci
arrangiamenti musicali Olimpia Greco
trucco e acconciature Nicole Tomaini
regista assistente Giacomo Pedini
ricerche drammaturgiche e iconografiche Giulia Maurigh
assistente alla regia volontario Vittorio Taboga
assistente ai costumi Sara Gomarasca
direttore tecnico Robert John Resteghini
direttrice di scena Madrilena Gallo
capo macchinista Claudio Bellagamba
macchinisti Andrea Bulgarelli, Marco Fieni
capo elettricista Fabio Bozzetta
attrezzista Erica Montorsi
sarta Loredana Averci
scene costruite nel laboratorio di Emilia Romagna Teatro Fondazione
capo costruttore Gioacchino Gramolini
costruttori Marco Fieni, Sergio Puzzo
scenografi realizzatori Erica Montorsi, Livio Savini
grafica Jean-Claude Capello
si ringrazia il Museo della Figurina per la concessione d’uso di sue immagini
produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione, Teatro della Toscana
foto di Luca Del Pia