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Affabulazione

Debutto: Teatro Arena del Sole, Bologna, 18/05/2023

A proposito di questo spettacolo

Affabulazione è un Edipo Re che si mescola con il mito di Cronos. È un sogno angoscioso, un viaggio labirintico nella coscienza della classe borghese nel 1966, oggi, invece, nella coscienza di tutti noi. La tragedia di Pasolini diventa nella lettura del regista Marco Lorenzi un thriller psicologico crudele, a tratti noir, perturbante e surreale.

prima assoluta


>>> In occasione dello spettacolo, venerdì 19 maggio alle ore 19, una lectio di Massimo Recalcati intorno a Pasolini L’enigma della generazione
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Note di regia:
“…Affabulazione sembra premonizione di questo tempo allucinato. Nel salotto del Padre, della Madre e del Figlio entrerà un treno a distruggere tutto quello che non vuole essere distrutto anche se lo è già, anche se tutto è già finito. Questa versione lynchiana della sacra famiglia mi sembra la trama di un horror, eppure è il tempo in cui viviamo.
Noi, non Pasolini.
Partendo da questo presupposto siamo arrivati a leggere in Affabulazione qualcosa di inedito e potente. Questa gigantesca sfida teatrale per me, oggi, ci parla di un’ “epoca” (la nostra) già morta ma che non accetta di morire. E che di fronte alla possibilità dell’arrivo di un “futuro del tutto imprevedibile” vive un’angoscia totale.
Vedo in Affabulazione un sogno angoscioso (forse sarebbe meglio dire un incubo?), un viaggio labirintico nella coscienza della classe borghese nel 1966, che oggi, invece, si trasforma in un viaggio nella coscienza di tutti noi.

Affabulazione è un Edipo Re che si mescola con il mito di Cronos mentre racconta di tutti i padri che si ritrovano a mangiare i propri figli per paura di perdere il potere, il possesso. E alla fine si ritrovano ridicoli mendicanti che balbettano frasi sconnesse in una stazione ferroviaria in preda ai fantasmi del loro passato, nel deserto della loro coscienza.
Sono partito dall’intuizione confermata dall’analisi del testo di Pasolini, che Affabulazione non si muove in modo lineare su un percorso cronologico chiaro. Al contrario la sua drammaturgia è circolare, l’ultima scena è la chiave di accesso al sogno iniziale del Padre. Solo così ci è possibile capire che il piano di realtà del testo non è la villa in cui si svolge gran parte della vicenda, ma l’ultimo scenario: la stazione ferroviaria. Tutto il resto è un ricordo, un’allucinazione, una sconsolata ricostruzione, una messinscena del passato…un’affabulazione appunto.

Ho scoperto così che tutto diventava più chiaro, che Pasolini ha disseminato, nella sua scrittura poetica e meravigliosa, una serie di indizi per poter ricostruire questo percorso all’incontrario. Che una luce c’era e poteva essere seguita fino alla fine. In questo modo la tragedia di Pasolini è diventata nella nostra lettura un thriller crudele, a tratti noir, perturbante e surreale. E ci è stato possibile anche amplificare tutta la vena grottesca e di parodia che Pasolini tanto amava e che spesso viene ignorata nella messinscena dei suoi testi. Grazie a tutto questo è stato possibile costruire con libertà e creatività un immaginario attraversato da agnelli antropomorfi come contrappunto alla famiglia originale del testo, mischiare piani di presente e passato con un montaggio spaziale sovrapposto, sostituire l’Ombra di Sofocle originale con l’Ombra di Pasolini (interpretato da un’attrice e non da un attore) rendendolo simbolo dolente di tutti i profeti non ascoltati della storia umana…”

Marco Lorenzi


La Biblioteca Salaborsa consiglia
Sofocle, Edipo re; Edipo a Colono; Antigone, Mondadori, 2016
Sofocle, La morte di Eracle (Trachinie), Marsilio, 2004
Stefano Casi, Angela Felice, Gerardo Guccini, Pasolini e il teatro, Marsilio, 2012
Antonio Sciortino, Padri e figli. Guida a un rapporto che cambia, Il saggiatore, 2015

Durata: 1 ora e 40 minuti

Dati artistici

di Pier Paolo Pasolini
regia Marco Lorenzi
con Danilo Nigrelli, Irene Ivaldi, Roberta Lanave, Barbara Mazzi, Riccardo Niceforo
dramaturg Laura Olivi
scenografia e costumi Gregorio Zurla
disegno luci Giulia Pastore
disegno sonoro Massimiliano Bressan
assistente alla regia Yuri D’Agostino

suggeritrice Federica Gisonno
scene realizzate dal Laboratorio di Scenotecnica di ERT
responsabile del Laboratorio e capo costruttore Gioacchino Gramolini
costruttori Sergio Puzzo, Veronica Sbrancia, Davide Lago, Leandro Spadola
scenografi decoratori Ludovica Sitti con Benedetta Monetti, Sarah Menichini, Tiziano Barone
calco e maschere Alessandra Faienza, Ilaria Ariemme
direttore tecnico Massimo Gianaroli
direttore di scena Mauro Fronzi
macchinista Alfonso Pintabuono
elettricista Salvatore Pulpito
fonico Massimiliano Bressan
fonico di palcoscenico Francesco Vacca
sarte Elena Dal Pozzo / Anna Vecchi 
produzione Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale
in collaborazione con AMA Factory e Il Mulino di Amleto
si ringrazia TPE – Teatro Piemonte Europa

foto di scena Giuseppe Distefano
video Vladmir Bertozzi

nell’ambito di “Come devi immaginarmi” dedicato a Progetto Pasolini

 

 

una produzione di Affabulazione • Produzione Emilia Romagna Teatro

Video

Trailer Affabulazione