Il Piccolo Principe
A proposito di questo spettacolo
L’essentiel est invisible pour les yeux è con molta probabilità una delle frasi più conosciute al mondo anche da chi non sa risalire alla fonte e forse è proprio questa l’impresa più riuscita dell’autore/aviatore: aver concepito un’opera con un messaggio universale al punto tale da superare le diversità linguistiche, fino a radicare la sua parola nel lessico comune di più di trecento idiomi.
Un aviatore in panne nel deserto, un piccolo ometto dai capelli color dell’oro venuto da un altro pianeta, una rosa da proteggere, una volpe da addomesticare.
Il piccolo principe è una favola moderna sul senso della vita e dei legami, un racconto senza tempo sulla solitudine e sull’amicizia, una storia dedicata a tutti i grandi che sono stati bambini una volta (anche se in pochi se ne ricordano).
La peculiarità del Piccolo Principe senza dubbio risiede nel rimanere, al di là del clima di tenerezza e dell’esplosione di vita che rappresenta, la favola ostinata dell’enigma. Favola moderna nella quale cercare continuamente dei valori e dei significati con l’aiuto di simboli come la rosa, il baobab, la volpe, il deserto, il serpente o la sorgente d’acqua, a patto però di non dimenticare mai, nella sua semplicità, l’unico vero segreto: non si vede bene che con il cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi.
Note di regia
Scritta tra l’estate e l’autunno del 1942, la storia prende le mosse dall’incidente aereo del 1935 avvenuto nel deserto e fin da subito sovrappone la voce dello scrittore a quella del narratore, entrambi aviatori persi nel Sahara alla ricerca di acqua, fino all’incontro con il piccolo ometto dai capelli color dell’oro nel quale possiamo scorgere un’altra proiezione dell’autore all’età di sei anni e nella cui malinconia ritroviamo quella angoisse sartriana che accompagnerà sempre Antoine, diviso continuamente tra la solitudine dei cieli e il cameratismo dei compagni. Solitudine come volto nascosto e complementare dell’amicizia, amicizia che il Piccolo Principe andrà cercando di asteroide in asteroide fino alla Terra, facendo solo domande senza mai dare spiegazioni, se non arrossendo come per dire «sì», e senza mai sorridere se non proprio alla fine del racconto, prima di svanire nel mistero.
Questa scomparsa prefigura magicamente quella tutt’ora misteriosa dello scrittore che il 31 luglio 1944 sparisce senza lasciare traccia tra le onde del Mar Mediterraneo. Per questo la valenza del Piccolo Principe senza dubbio risiede nel rimanere, al di là del clima di tenerezza e dell’esplosione di vita che rappresenta, la favola ostinata dell’enigma. Favola moderna nella quale cercare continuamente dei valori e dei significati con l’aiuto di simboli come la rosa, il baobab, la volpe, il deserto, il serpente o la sorgente d’acqua, a patto però di non dimenticare mai, nella sua semplicità, l’unico vero segreto: non si vede bene che con il cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi.”
Riccardo Frati
prima assoluta
Dati artistici
scene a cura del Laboratorio di ERT/Teatro Nazionale
costumi Gianluca Sbicca
disegno luci Eva Bruno
musiche Davide Fasulo
animazioni Davide Abbate
direttore tecnico Massimo Gianaroli
direttore di scena Jurgen Koci
capo elettricista Vincenzo De Angelis
fonico Pietro Tirella
attrezzista Eugenia Carro
sarta realizzatrice Eleonora Terzi
sarta di scena Elisa Silvestri
responsabile del Laboratorio e capo costruttore Gioacchino Gramolini
costruttori Sergio Puzzo, Marco Fieni
scenografe decoratrici Ludovica Sitti e Sarah Menichini, Benedetta Monetti, Rebecca Zavattoni
foto di scena Marika Puicher