Stiamo caricando

Ombre Folli

A proposito di questo spettacolo

…’NA GIAJRNA STIDDHA IU SUGNU, C’U MUSSU PITTATU…
(io sono una pallida stella, con la bocca dipinta)

 

Nei primi minuti è la scrittura a evocare le ombre.
Lo scrittore percuote i tasti di una macchina da scrivere, una vecchia Lettera 22, evocando così il suo doppio: un’ombra che esce da lui per conquistare vita autonoma, mentre sullo sfondo si alternano proiezioni di immagini e parole. 
In questo prologo di gestazione l’Autore racconta i propri sogni sghembi, visionari, anticipatori.
Li racconta e li vede fuori da sé, in un gioco di porte, specchi, fiori e cimiteri dipinto da un dialetto arduo e musicale.

Poi c’è la follia delle creature, nate e mai nate, follia che lo scrittore “ha vissuto” innumerevoli volte, come fosse la sua. Forte è il richiamo al maestro di Girgenti: i personaggi sulla scena non si riconoscono perché non reali ma immaginati.

La seconda parte è il viatico verso la storia.
Due personaggi sono in dialogo tra loro, in una temporalità sospesa: il primo è un operaio che coltiva la passione segreta del travestimento. Oltre a prostituirsi, uccide, d’abitudine, il partner di turno nel momento finale dell’amplesso, se viene riconosciuto, curandosi poi di seppellirne il corpo con religiosa e sacrale pietas. Il secondo, scoperta la doppia vita dell’altro, decide, come atto d’amore estremo, di sequestrarlo ai fini di una auspicata redenzione: lo inizia così ad una fase di rinuncia e castrazione, in un oltremodo malsano rapporto di dipendenza reciproca.

Scritto in un palermitano poetico, magmatico, denso di tutti i raschi, i detriti e i crolli di una città pomposa e derelitta, con Ombre Folli, Franco Scaldati abbandona l’umorismo emarginato di Totò e Vicè: attraversa il buio della vita portando all’estremo la condivisione di una sessualità totale che si tinge di dramma perché repressa. Enzo Vetrano e Stefano Randisi proiettano sulla scena fatti crudi, alimentati da pensieri, considerazioni, smarrite tenerezze, complici di continui slittamenti temporali, in un gioco di ombre, sdoppiamenti e desiderio.

Dati artistici

di Franco Scaldati
interpretazione e regia Enzo Vetrano e Stefano Randisi
video e luci Antonio Rinaldi
produzione  ERT / Teatro Nazionale
in collaborazione con  Cooperativa Le Tre corde-Compagnia Vetrano/Randisi

 

 

una produzione di Ombre Folli • Produzione Emilia Romagna Teatro