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L'italiano è ladro

A proposito di questo spettacolo

Nel 1955 viene pubblicato, in un fascicolo di «Nuova Corrente», un frammento de “L’Italiano è ladro” di Pier Paolo Pasolini, unica traccia a stampa di un poema plurilingue di lunga gestazione composto tra il 1947 e la seconda metà degli anni Cinquanta.
Per l’apertura alla rappresentazione delle classi popolari e la tendenza alla narratività, questo lavoro, nonostante sia passato quasi inosservato, è senz’altro un campione rappresentativo della stagione poetica degli anni Cinquanta e della storia politica, culturale e letteraria in cui essa si inserisce.
Anagoor restituisce il fervore e la complessità di una scrittura in ebollizione, di un pensiero e di una lingua che stavano allora diventando sistema e visione, illuminando la virulenza teatrale che sembra pulsare sotto il verso poetico: punto di cerniera dove la lingua si spezza e bestemmia. La compagnia sceglie di mediare tale complessità comparando le diverse versioni del testo e illustrando il laboratorio del poeta friulano, riformulando l’idea della critica a teatro, prima di lasciare la lingua libera di rompere gli argini e di travolgere l’orecchio come un torrente che trascina con sé trasformazioni recenti e dolore antico.

Dati artistici

di Pier Paolo Pasolini
una transizione imperfetta
voci Luca Altavilla, Marco Menegoni
regia Simone Derai
mediazione Lisa Gasparotto
sound design Mauro Martinuz
produzione ANAGOOR 2016
co-produzione Stanze 2016, Centrale Fies

Anagoor fa parte del progetto Fies Factory