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Stagione 2021/2022

La nuova Stagione di ERT/ Teatro Nazionale si compone di un ricco cartellone di proposte e di progetti speciali dedicati a compagnie e a figure di rilievo del panorama teatrale italiano e internazionale. Una programmazione all’insegna della condivisone di pensieri, domande e continue interrogazioni sul presente. 

“L’arte può affrancarci, non perché cambi il mondo, ma perché rende vivido, cosciente ciò che siamo. L’arte dà senso alla vita.”

dall’editoriale di Valter Malosti
Direttore Emilia Romagna Teatro Fondazione

 

 

“A noi oggi è consegnato un tempo che non possiamo governare, ma proprio per questo credo che sia necessario mettere tanta energia e coraggio espressivo in campo, sia in scena, sia nella programmazione culturale dei prossimi mesi. Si, io credo che ci sia bisogno di una resistenza costruttiva e non di un ripiegamento doloroso nell’intimismo e nel vittimismo, che è il pericolo più grosso che si possa correre oggi. L’arte può affrancarci, non perché cambi il mondo, ma perché rende vivido, cosciente ciò che siamo. L’arte dà senso alla vita.

Dobbiamo Offrire Cura. Rimettere in gioco il desiderio, la tensione che ci fa vivere, che fa vero il piacere. Non esiste qualità della vita senza trasformazione. Dobbiamo andare incontro alla realtà che ci circonda. Aprire la nostra ricerca alla vita esterna, alle altre scienze, alle altre arti. Il teatro deve tornare nella vita, incontrare le altre sensibilità, ottenere qualcosa che si possa spendere nelle relazioni umane, nel coinvolgimento profondo legato alle emozioni. Stiamo attraversando un momento legato a esperienze faticose, dobbiamo affrontare il dolore, la fatica necessaria, accogliere l’altro, destabilizzarci. Non chiuderci dentro le nostre abitudini. Il teatro genera da sempre pensiero, spirito critico, strumenti che sono imprescindibili per affrontare le sfide del presente.

Da ragazzino io sono stato salvato letteralmente dalla musica. Ha dato un senso alla mia vita. Ho capito poi attraverso la scrittura in scena col mio corpo – la voce è corpo – che i grandi autori non ci consegnano solo grandi contenuti ma che all’interno della loro scrittura molto altro passa da una musica riconoscibile e unica. Musica e teatro sono indissolubilmente legati, almeno per la mia personalissima esperienza. Per me il teatro è il luogo del mistero che non va spiegato ma nel quale smarrirsi con il battito cardiaco che aumenta e non sai perché.

Oggi non riesco a smettere di pensare a tutte quelle ragazze e a quei ragazzi che avevano intrapreso in Afghanistan un dialogo appassionato con la musica che stava salvando le loro vite. E non riesco a trattenere la rabbia. Hanno tolto loro la musica e quindi la vita. Negare la musica significa negare la vita, vietare la musica vuol dire ingabbiare l’anima delle persone, molto più che il loro corpo. Mi immagino io da ragazzo a trovarmi a vivere in un luogo in cui la musica da un momento all’altro diventa proibita. Mi immagino la rabbia e la frustrazione. Ma io spero confidando nella potenza della musica e dell’arte che quelle voci esplodano e si uniscano e danzino. Da ora in poi, quando sarò in scena, io canterò i miei canti anche per loro.

Leo de Berardinis scriveva che bisogna considerare l’arte teatrale come la sanità: un bene pubblico.
«Oggi più che mai si ha bisogno di un Teatro. Non parlo naturalmente di un teatro che dia semplicisticamente messaggi, soluzioni, o che dibatta su argomenti, anche se importantissimi, sociali, politici o economici. Parlare di questi problemi, cercare soluzioni politiche, non basta per fare o, meglio, essere Teatro. Sono senza dubbio pratiche lodevoli e necessarie, quando non sono demagogiche, possono anche essere fonte d’ispirazione teatrale, ma non sono Teatro».

Per la stagione 2021-22 presentiamo oggi, nei teatri gestiti da ERT 111 titoli, 40 produzioni di cui 20 in prima nazionale, e 71 spettacoli ospiti: questi numeri sono espressione della forte volontà di riprendere a pieno ritmo l’attività della Fondazione, riprogrammando la pressoché totalità degli appuntamenti sospesi a causa della pandemia e le produzioni nate durante i difficili mesi che abbiamo vissuto e a cui adesso diamo finalmente la possibilità di incontrare il pubblico in varie tappe di tournée.

Ci lasciamo alle spalle il periodo di isolamento forzato con il ritorno nei nostri teatri di numerosi artisti internazionali.
Fra questi, tutti prodotti o coprodotti da ERT, le prime italiane a Bologna di Das Weinen del geniale regista svizzero Christoph Marthaler, di Lingua Madre della regista argentina Lola Arias e di Terebrante della grande artista spagnola Angèlica Liddell; il debutto a Cesena della nuova creazione dello scozzese Matthew Lenton, Metamorfosi; a Modena vedremo Kassandra del franco-uruguaiano Sergio Blanco e Catarina e la beleza de matar fascistas del portoghese Tiago Rodrigues, nuovo direttore del Festival di Avignone, a Modena anche con un altro lavoro.

Lingua Madre è al centro del progetto Matria, una rassegna di film, incontri e spettacoli dedicati alla maternità: 15 giorni di eventi che coinvolgono attrici, come Ermanna Montanari e Sonia Bergamasco, e scrittrici, come Maria Grazia Calandrone, Giulia Caminito e Gaia Manzini, toccando vari luoghi della città di Bologna (fra cui la Cineteca, il Teatro San Leonardo, DOM La cupola del Pilastro) e intersecando diverse realtà culturali e forme d’arte, come le illustrazioni cittadine del festival CHEAP.
Lo spettacolo è nato dal progetto europeo sulle migrazioni Atlas of Transitions che ha coinvolto sette paesi europei.

La dimensione internazionale di ERT si conferma e si espande con PROSPERO. Extended Theatre e Between Lands sono frutto della sinergia tra dieci partner europei per sostenere la creazione attraverso co-produzioni e la circolazione degli artisti e delle loro opere, anche con programmi di ricerca e formazione; come annunciato in conferenza ad Avignone a luglio di questo anno, la stagione 2021-22 avvia una nuova fase, per un teatro europeo più inclusivo, eterogeneo, attento alle diversità e alle questioni sociali.
Il network europeo Between Lands, promosso da una rete di cooperazione per la mobilità degli artisti, si concentra sulla nuova drammaturgia e darà vita allo spettacolo Running for Democracy, in programma a Bologna. La regista Judith Pujol porta in scena i testi scritti da diversi autori provenienti dai vari paesi coinvolti, per l’Italia Pier Lorenzo Pisano.

Oltre ad essere al centro di vari progetti internazionali, ERT è da sempre un osservatorio privilegiato del panorama artistico oltre confine: VIE Festival rimanda l’appuntamento con il suo pubblico a ottobre 2022, per lasciar spazio in autunno alla riprogrammazione degli spettacoli annullati, ma durante la stagione anticipa alcune Tracce. Si tratta di due eventi firmati da artisti per la prima volta in Italia, Pauchi Sasaki (Artemis: Ouverture) e Matìas Umpierrez (I.Imperio).

Una fitta relazione di coproduzione internazionale, infine, sostiene il nuovo lavoro di un artista molto amato all’estero, Pippo Delbono, che presenterà la sua nuova attesissima creazione: Amore.

Nel 2022 prenderà il via anche la rassegna internazionale di danza curata da Michela Lucenti, che diverrà artista associata. È evidente quanto sia importante oggi una riflessione sul corpo. Mentre è di questi giorni la notizia che i talebani hanno imposto un altro immediato divieto per le donne afghane: non potranno praticare sport perché giudicato non necessario e inappropriato, non posso non pensare a quello che significa e che implica il corpo, anche qui nel nostro paese. Credo che il corpo sia una sfera fondamentale su cui riflettere, e su cui puntare per il nostro lavoro nelle scuole e nella società. Il corpo per gli adolescenti, per le ragazze e i ragazzi, sta diventando sempre di più, anche a causa delle chiusure forzate di questo ultimo anno e mezzo, un grande tabù e in qualche modo una prigione esplosiva dentro la prigione. Un mondo sconosciuto nella realtà dell’esperienza vera, concreta e condivisa, ma molto spesso spaventoso, ipersessualizzato, e illusoriamente conosciuto nella realtà virtuale.
Per questo voglio iniziare un discorso sulla drammaturgia fisica all’interno della progettazione di ERT. La rivoluzione è ripartire dal corpo, dalla sua libertà animale e sacra. Da un alfabeto fisico liberato dagli stereotipi.
Michela Lucenti col suo Balletto Civile, sarà ospite a Modena con lo spettacolo Figli di un Dio ubriaco, e dedicherà alla città il progetto 10 Di/Versi | Madrigali Contemporanei, realizzato dalla stessa Lucenti, Maurizio Camilli ed Emanuela Serra, a partire da interviste con gli abitanti del territorio. Attraverso un workshop di creazione fisica, musicale e testuale, tra coreografia e slam poetry, si arriverà alla restituzione pubblica nell’autunno 2021.

ERT deve continuare a creare il terreno per favorire la creatività, la ricerca e la produzione con l’ambizione di contribuire a fare dell’Emilia-Romagna il cuore della cultura contemporanea – una «Utopia contemporanea» – abitata da progetti trasversali.
Vorrei lavorare per intensificare i rapporti con le altre istituzioni partecipate e le istituzioni culturali delle città e della Regione perché il sistema pubblico nel suo insieme possa assumersi le responsabilità a cui è chiamato e compiere delle scelte mirate, guidate dalla qualità e dall’innovazione, per dare nuovo slancio alla crescita del tessuto creativo.
Nella mia visione un teatro pubblico deve assumersi un rischio culturale sempre più alto, dando la possibilità agli artisti, nuovi talenti o maestri riconosciuti che siano, di cui questa Regione è intensamente popolata, di sperimentare.
Coprodurremo infatti il nuovo lavoro di Romeo Castellucci/ Societas (Bros), Enigma. Requiem per Pinocchio del Teatro della Valdoca, Caduto fuori dal tempo da un romanzo di David Grossman per la cura e l’interpretazione di Elena Bucci in coppia con Marco Sgrosso, e infine ‘A Cirimonia di Rosario Palazzolo con Enzo Vetrano e Stefano Randisi.
Abbiamo iniziato una collaborazione con Alessandro Berti (artista di cui stiamo progettando una personale) che produrrà per noi il suo nuovo lavoro Blind Love e con Kepler-452 di cui sosteniamo Il Capitale, ed infine Laminarie con Invettiva inopportuna.
Nanni Garella per il progetto Arte e Salute presenterà invece i Racconti della Foresta di Arden.

Ho scelto da sempre di lavorare lungo il crinale sottile e impervio che separa la tradizione (intesa come piena appropriazione delle proprie radici espressive) dalla ricerca. Ma questa via deve contenere al suo interno la forza di dialogare con entrambe, alla scoperta di un «teatro popolare d’arte» che vuole parlare allo spettatore tutto intero, in cui l’emozione e il processo di riflessione sono un corpus unico che ogni volta vive di una propria autonomia estetica e poetica.
La cultura dell’innovazione è essenziale. E l’innovazione del linguaggio teatrale, passa certamente dall’interdisciplinarietà, dalla contaminazione e sinergia con altri linguaggi o dal suo opposto, una sublimazione dell’arte dell’attore. Sono convinto che la chiave di volta sia oggi rimettere al centro l’attore.
E qui vorrei indicare qualcuno dei tanti nomi di grandi attori e performer che saranno in scena nelle nostre produzioni e ospitalità: Carlo Cecchi, Isa Danieli, Umberto Orsini, Franco Branciaroli, Sandro Lombardi, Renato Carpentieri, Massimo Dapporto, Silvio Orlando, Elisabetta Pozzi e interpreti di talento, che si muovono tra palcoscenico e set, come Fabrizio Gifuni, Fausto Russo Alesi, Vinicio Marchioni, Anna Foglietta, Donatella Finocchiaro Rocco Papaleo, Anna Della Rosa, Roberta Caronia, e ancora Federica Fracassi, Roberto Latini, Manuela Mandracchia, Fausto Paravidino, Enrico Ianniello. Senza dimenticare Arturo Brachetti, Ascanio Celestini, Antonio Rezza e Flavia Mastrella, Massimo Dapporto e Natalino Balasso e molti altri che non posso citare per ragioni di spazio.
Firmano gli spettacoli nomi del calibro di Alessandro Gassmann, Andrée Ruth Shammah, Antonio Latella, Lisa Ferlazzo Natoli, Giorgio Barberio Corsetti, Federico Tiezzi, Andrea De Rosa, Michela Cescon, Carmelo Rifici, Mario Martone, Pier Luigi Pizzi e Davide Livermore.

Valter Malosti, tra il 2021 e il 2022 proporrà per la produzione di ERT due lavori: Se questo è un uomo di Primo Levi che sarà anche protagonista di una bella tournée e I due gemelli veneziani di Carlo Goldoni.

L’innovazione passa anche per il teatro che immaginiamo per le nuove generazioni. Una proposta in cui la qualità deve essere, se possibile, ancora più alta di quella del cartellone per gli adulti.
Abbiamo in cantiere tanti progetti e intere rassegne dedicati al mondo della scuola ma anticipo le due personali dedicate a due artiste che non hanno bisogno di presentazioni, Emma Dante e Chiara Guidi: della prima ospitiamo a Cesena Gli alti e bassi di Biancaneve, Anastasia Genoveffa e Cenerentola e la produzione ERT, in prima assoluta, Scarpette Rotte, della seconda a Bologna Edipo. Una fiaba di magia e Fiabe giapponesi nell’ambito del progetto Quête in collaborazione con DAMSLab | La Soffitta, Università di Bologna, Accademia di Belle Arti di Bologna. A Modena invece presenteremo Oz di Fanny & Alexander e Il piccolo principe di Riccardo Frati.

Festeggeremo i 30 anni di Fanny&Alexander, ospitando gli spettacoli Sylvie e Bruno dal libro di Lewis Carroll e Storia di un’amicizia, tratto dalla famosa tetralogia L’amica geniale di Elena Ferrante.

Durante il corso delle stagioni saranno proposti due omaggi a due grandi artisti, entrambi nati in Emilia Romagna. Pier Paolo Pasolini e Federico Fellini.
Della prima parte del progetto dedicato a Pasolini, che si svilupperà e amplierà nell’autunno del 2022, fanno parte Bimba ‘22 inseguendo Betti e Pasolini di Elena Bucci, il nuovo lavoro di Ascanio Celestini Museo Pasolini e Questo è il tempo in cui attendo la grazia, regia di Fabio Condemi; e tre spettacoli dedicati al genio di Federico Fellini, Avremo ancora l’occasione di ballare insieme (tratto da Ginger e Fred) di Daria Deflorian e Antonio Tagliarini, ed entrambi in programma a Cesena: Giulietta e Il viaggio di G. Mastorna una fantasia musicale composta da Matteo D’Amico.

A contorno e a sostegno della stagione 2021/2022, ERT / Teatro Nazionale mette in campo un calendario di attività culturali che spaziano dal coinvolgimento attivo della cittadinanza alle collaborazioni con le maggiori istituzioni culturali del territorio.
Il contatto con il pubblico e la connessione con gli altri fondamentali poli dell’offerta didattica e culturale delle nostre città rappresenta da sempre una delle missioni più importanti per l’identità di teatro a vocazione pubblica, in grado di farsi catalizzatore di esperienze variegate, approfondimento dell’offerta spettacolare e radicamento nell’immaginario comune.
Ulteriori appuntamenti e approfondimenti che riguarderanno soprattutto le attività del 2022 saranno comunicati a breve.
Segnaliamo solo, tra gli altri appuntamenti, la collaborazione con Editori Laterza. Si tratta di Inventario del possibile, festival in programma a Modena. La celebre casa editrice invita venticinque relatrici e relatori in un denso programma arricchito da documenti video e letture sceniche, disponibile anche in diretta streaming.

Con sempre rinnovato interesse di ERT, proseguono le attività sul territorio rivolte alle scuole di ogni ordine e grado, ponte di collegamento fondamentale tra la programmazione e il pubblico dei più giovani. Consapevoli delle sfide lanciate dalle effettive difficoltà di abitazione degli spazi scolastici e di libertà di spostamento per le classi, come sempre stiamo lavorando per predisporre un calendario di strumenti e iniziative in grado di ribadire la centralità delle arti performative e della cultura teatrale in generale per la formazione del giovane pubblico, intercettando il programma scolastico con proposte tematiche consonanti e offrendo alle alunne e agli alunni l’opportunità di entrare in contatto diretto con le professionalità e i mezzi espressivi del teatro, della danza e dei nuovi linguaggi scenici in generale.

Voglio concludere con queste parole di Fellini che faccio mie: «Forse sono uno spettatore particolare, il piacere lo provo quando mi trovo davanti a qualcosa che è il vero in assoluto e non perché assomiglia alla vita, ma perché è essa stessa vera come immagine di per sé, come segno. Ed è quindi vitale. È la vitalità che mi fa apprezzare e sentire che l’operazione è riuscita. Credo che confusamente, l’espressione dell’opera di un artista trovi il consenso quando, a chi la fruisce, essa dà l’impressione di ricevere una carica di energia. L’impressione di ricevere l’energia come quella di una pianta che cresce, di qualcosa di misterioso che sta pulsando, che è vita in sé».

Valter Malosti
Direttore Emilia Romagna Teatro Fondazione